Ci sono pro e contro nel ritorno del personaggio di Stout su RaiUno. La fiction di Barbareschi non è male ma si è voluto per forza spostarla a Roma.
A premiare la fiction Nero Wolfe (giovedì, RaiUno) è il pubblico che non ha fatto caso al cambiamento di "sede" dell'investigatore nato dalla penna di Rex Stout. Ma a volte, è risaputo, il pubblico è di bocca buona e la scelta degli sceneggiatori di fare litigare Wolfe con alcuni colleghi dell'Fbi di New York per giustificarne il trasferimento delle sue indagini a Roma, con reativa ambientazione romana, toglie molto alla natura stessa della fiction. Una differenza che sentono soprattutto coloro che hanno letto i libri di Stout o che per motivi anagrafici ricordano la serie Nero Wolfe trasmessa dalla Rai fra il 1969 ed il 1971 sul Programma nazionale, con Tino Buazzelli nella parte del raffinato e flemmatico investigatore e Paolo Ferrari in quella del suo assistente Archie Goodwin, l'opposto esistenziale di Nero Wolfe, estroverso e spiritoso (la serie è stata riproposta da Rai 5 di domenica la scorsa estate).
Dicevamo, vedere il bravo Pannofino, che anche per la stazza ricorda un po' Buazzelli, e il suo collaboratore alle prese con personaggi che incarnano per caratteristiche o accenti la romanità tipica della capitale è una forzatura eccessiva che stona ma le storie rimangono ben costruite e l'atmosfera è sicuramente meno claustrofobica di quella della serie “d'annata” (che era per larga parte in interni). Una scelta che alleggerisce la narrazione e rende la fiction alla portata di un pubblico più ampio, non necessariamente quello che conosce Wolfe per averlo letto sui romanzi di Stout, con uno studio più luminoso e meno tetro, Tuttavia ancora una volta qui ci si allontana dall'originale, che voleva che tra le caratteristiche dell'investigatore ci fosse una certa avversione alle “faccende sociali” e un rinchiudersi in un mondo tutto suo (le orchidee) e un po' tetro.
Rimangono rimarcati, la flemma e l'ironia del personaggio oltre alla sua passione per le orchidee (appunto), che cura nella propria serra personale.
Ma la serie è piaciuta e non è certo da cestinare (ad avere influito è sicuramente anche il successo di Pannofino in 'Boris', che ha creato uno zoccolo duro di appassionati dell'attore) ed è stata premiata da 4.144.000 telespettatori e dal 16,09% di share nella prima puntata, mentre il 12 aprile Wolfe ha avuto la meglio sugli altri programmi, avendo ottenuto 4 milioni 970 mila spettatori. con uno share del 18,30.
Prodotta da Casanova Multimedia di Luca Barbareschi (ancora lui!) e Rai Fiction, la serie comprende otto puntate.