La digitalizzazione dei programmi della Tv e della Radio pubblica, ma anche di spartiti e copioni delle trasmissioni, andrà a costituire un ‘patrimonio’ che sarà consultabile anche presso la Discoteca di Stato di Roma e l’Accademia di Santa Cecilia.
Le Teche Rai hanno trovato un importante alleato e un partner nella Discoteca di Stato. Proprio presso la sede della Discoteca di Stato di Roma (istituto creato nel 1928) sono infatti attivi cinque punti di accesso alle Teche Rai che permettono di navigare all'interno degli archivi dell'azienda radiotelevisiva pubblica. Il servizio permette di accedere al catalogo multimediale Octopus (superato solo da quello della BBD statunitense), che consente di analizzare programmi radio-televisivi ma anche spartiti, copioni fotografie, materiale che è stato digitalizzato.
Questa collaborazione si aggiunge al progetto Radio Millevoci, portale internet che permette di accedere a documenti audio non musicali che fanno parte degli archivi della Discoteca e delle Teche. Ma i progetti delle Teche Rai non si fermano qui.
"A breve sarà attivo un accordo analogo a quello con la Discoteca di Stato anche con l'Accademia di Santa Cecilia a Roma - spiega Barbara Scaramucci, direttore delle Teche Rai - , per la consultazione di un catalogo multimediale. A Palazzo Caetani, nella sede della Discoteca, ci sono cinque postazioni con operatori che forniscono assistenza a chi avesse necessita di utilizzare le postazioni e consultare gli archivi".
Ma le collaborazioni delle Teche Rai si articolano su un più ampio spettro, coinvolgendo anche alcuni importanti musei nazionali, biblioteche ed altre istituzioni.
"Miriamo ad un'apertura sempre maggiore verso il mondo istituzionale. Il catalogo delle Teche Rai è attualmente consultabile presso tutte le sedi regionali della Rai, 21, ma anche presso la Biblioteca Braidense di Milano - prosegue Barbara Scaramucci - ; stiamo realizzando una sempre più intensa collaborazione con le istituzioni, come è giusto fare, per essere fedeli al nostro ruolo di servizio pubblico. Ci sono convenzioni con le maggior Università italiane e musei, con la Casa del Cinema di Roma o il Museo del Cinema di Torino, per rendere sempre fruibile il nostro patrimonio per attività di genere culturale e formativo".
Il materiale che costituisce il patrimonio delle Teche Rai è stato digitalizzato nel corso degli anni, permettendo di salvare programmi storici (in file audio o video) ma anche copioni originali. Un tesoro che altrimenti sarebbe andato perso, lentamente rovinato dal passare del tempo.
Purtroppo il lavoro non è ancora terminato. "Il problema è sempre il budget - precisa Barbara Scaramucci - : riversare il materiale che è arrivato a noi sui vecchi supporti in forma digitale richiede investimenti, ma ci si trova a dover fare i conti un budget sempre più ristretto".
Intanto martedì 5 febbraio alle ore 11,30 presso la Sala Risonanze dell'Auditorium di Roma - Parco della Musica ci sarà la conferenza stampa per la presentazione dell'accordo per l'apertura di cinque punti di accesso al catalogo Teche Rai appunto presso l'Accademia Nazionale di S. Cecilia.
Interverranno il professor Bruno Cagli, Presidente dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia, Barbara Scaramucci, Roberto Grossi, direttore dell'Accademia, e Piero Angela, che oltre che divulgatore televisivo è stato anche valente musicista. Saranno presenti il presidente della Fondazione Musica per Roma Gianni Borgna e il direttore delle Relazioni Istituzionali della Rai Pierluigi Malesani.
Sul catalogo delle Teche è attualmente possibile consultare la documentazione testuale e visionare e ascoltare oltre 300.000 ore di Televisione trasmessa dalla Rai dal 1954 ad oggi e quasi 500.000 ore di Radio, oltre a 30.000 fotografie di scena, copioni, spartiti e la raccolta del 'Radiocorriere' dal 1925 al 1995.
Elena Romanato