Dal sito www.repubblica.it: «Un Bruno Vespa così non s’è mai visto. Risentito e aggressivo, così il giornalista si presenta ai cronisti in viale Mazzini, in occasione della conferenza stampa per l’11esima stagione di Porta a porta, su RaiUno dal 25 settembre. Ribadisce i punti di forza del programma rispetto alla concorrenza – e il sorpasso su Costanzo, su Mentana e anche su Bonolis – , poi replica a chiare lettere all’ipotesi, avanzata da alcuni consiglieri d’amministrazione Rai, di ridurre da…
Dal sito www.repubblica.it:
«Un Bruno Vespa così non s'è mai visto. Risentito e aggressivo, così il giornalista si presenta ai cronisti in viale Mazzini, in occasione della conferenza stampa per l'11esima stagione di Porta a porta, su RaiUno dal 25 settembre. Ribadisce i punti di forza del programma rispetto alla concorrenza - e il sorpasso su Costanzo, su Mentana e anche su Bonolis - , poi replica a chiare lettere all'ipotesi, avanzata da alcuni consiglieri d'amministrazione Rai, di ridurre da quattro a tre le puntate settimanali del programma: "Mai visto, nella storia della Rai, che un programma di successo, mai sanzionato né rimproverato per una scorrettezza, vincente negli ascolti, fosse punito. Mi auguro che per noi ci sia sempre una stagione di grande rispetto. Ma se la Rai dovesse rendere meno confortevoli le condizioni di fiducia, mi cercherò un altro posto".
Se saranno fatte altre scelte, insiste, "io sono un soldato, sono in tv da 38 anni, sono stato abituato a rispettare le scelte dei direttori che ho avuto, se saranno assunte decisioni diverse, obbedirò. Ma se il pluralismo deve cominciare su RaiUno, allora benissimo - continua Vespa - , così finalmente cominciamo, visto che sulle altre reti la programmazione è omogenea...". E ricorda che le 4 serate gli furono confermate per contratto da Claudio Cappon, all'epoca direttore generale, prima delle elezioni del 2001.
Certo, continua il giornalista, se qualcuno decidesse di ridurre le puntate di Porta a porta, "bisogna anche vedere in che clima accade, se in un clima condiviso, o di imposizione". Perché, incalza il direttore di RaiUno, Fabrizio Del Noce, "un conto sono le linee editoriali, un conto sono i diktat o i tentativi di diktat".
Resta il fatto che le critiche al programma, continua Vespa, sarebbero indice dell'"insofferenza per una trasmissione che va bene, vista da milioni di persone non solo in Italia ma anche all'estero e in tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Tunisia al Marocco all'Albania".
Rimprovera ai giornalisti di essersi occupati delle cifre del suo contratto: "Perché solo del mioO Come mai non avete cercato i contratti anche di altriO Forse perché non avete i consiglieri d'amministrazione che ve li dannoO Andiamo a vedere i contratti degli altri, poi vediamo qual è quello scandaloso...".
Dunque, si sente un perseguitatoO "No - risponde sarcastico - perché i moderati non sono mai perseguitati, coi moderati le epurazioni non fanno notizia, invece con gli altri si lede la democrazia. Infatti quando nel 1993 fui cacciato, nessuno si stracciò le vesti".
E ai cronisti che chiedono il perché di tanto rancore e di tanta aggressività, risponde: "Non sono aggressivo, ho il difetto di parlare chiaro. Ripeto, in un'azienda normale, chi ottiene risultati riceve menzioni, o una stock option a me invece vogliono togliere una puntata. Pensate che faccia piacereO"».