Dopo una serie di sentenze contraddittorie dei Tribunali amministrativi, si dovrebbe essere chiusa definitivamente la vicenda dell’Ente, ultimamente gestito da Edoardo Vianello.
Ecco quanto ha scritto Marco Marsili su 'La Voce', che si autodefinisce "il primo quotidiano indipendente on line", ricostruendo la vicenda ed esprimendo anche alcuni giudizi severi sulla gestione dello stesso IMAIE:
«Ammonta a tre milioni di euro il compenso per i liquidatori dell'Istituto mutualistico artisti interpreti esecutori, l'ente preposto dalla legge alla tutela ed alla riscossione dei diritti connessi degli artisti. Il presidente dell'Imaie Edoardo Vianello, uomo legato ad An, non è stato in grado di superare le divisioni che hanno impedito, di fatto, la realizzazione degli obiettivi per i quali l'ente stesso era stato costituito per legge nel 1992, in ossequio ad una direttiva comunitaria, acquisendo la personalità giuridica due anni dopo. Il prefetto di Roma Pecoraro ne ha disposto l'estinzione lo scorso 30 aprile "per impossibilità di raggiungere lo scopo".
Nel decreto prefettizio si evidenziano le "persistenti difficoltà nel perseguimento degli obiettivi statutari, di natura e di consistenza tale da concretizzare, allo stato, la assoluta incapacità e la conseguente impossibilità dell'istituto di raggiungere lo scopo statutario". Pecoraro ricorda "le carenze ed i conflitti" che ne hanno causato l'intervento, e denuncia la mancanza di "capacità gestionali" e il "disfunzionamento" strutturale dell'ente.
L'Imaie, fortemente voluto dalle rappresentanze dello spettacolo di Cgil, Cisl, e Uil, che ne sono stati i fondatori, ha accumulato, negli anni, "elevatissime cifre" (132 milioni di euro secondo il bilancio 2007), come ha ricordato il prefetto nel suo decreto di estinzione, e "mai versate agli aventi diritto". Però ha elargito, nel solo 2007, prima che un'ordinanza del Tribunale di Roma ne bloccasse, di fatto, la distribuzione, 7 milioni di euro a sostegno di "iniziative culturali" di alcuni soci.
L'Imaie ha impugnato al Tar del Lazio il decreto del prefetto, ottenendo, in via cautelare, un'ordinanza sospensiva lo scorso 21 maggio. Una settimana dopo, il prefetto di Roma confermava la decisione di mettere in liquidazione l'lmaie ed il presidente del Tribunale di Roma, Paolo De Fiore, nominava commissari liquidatori l'avv. Giovanni Galoppi, il prof. Enrico Laghi e l'avv. Giuseppe Tepedino, attribuendo i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, ed un compenso di un milione di euro ciascuno.
Il 3 giugno il Tar del Lazio, su istanza dell'Imaie, sospendeva in via provvisoria il decreto del prefetto, ed il successivo 18 giugno accoglieva il ricorso dell'ente, e annullava il decreto del prefetto e del presidente del Tribunale di Roma.
Contro l'ordinanza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, il Ministero dell'Interno e quello per i Beni e le attività culturali presentavano ricorso al Consiglio di Stato, che il 14 luglio ha accolto l'appello, respingendo l'istanza cautelare del Tar, e confermando, di fatto, il decreto di liquidazione del prefetto, e la nomina dei tre commissari.
L'ordinanza del Consiglio di Stato mette fine alla breve ma travagliata gestione dell'Imaie, che ha accumulato a bilancio, in pochi anni 132 milioni di euro di spettanza degli artisti (cantanti, musicisti, attori), senza riuscire a trovare un accordo, tra le componenti sindacali e politiche, per la ripartizione dei proventi. L'attività più rilevante è stata una "spartizione" delle ingenti somme elargite per la "promozione di attività culturali", che venivano destinate alle iniziative di pochi nomi, che ricorrevano regolarmente ogni anno tra i beneficiari delle decisioni del Cda, mentre altre proposte venivano sistematicamente bocciate.
In totale sono stati elargiti contributi per 7 milioni di euro solo nel 2007, oltre il triplo rispetto all'anno precedente, mentre per il 2008 i fondi sono stati bloccati a causa di un'ordinanza del Tribunale Civile di Roma, che ha dichiarato l'illegittimità delle elezioni dei consiglieri di amministrazione Roberto Bonacini, Saverio Mattei, Carlo Molfese, Marisa Solinas, eletti nell'Assemblea dei delegati dei soci del 21 agosto dell'anno scorso.
Questa gestione clientelare ha portato, negli scorsi mesi, alla perquisizione degli uffici dell'Imaie con l'ipotesi di truffa aggravata, ed all'iscrizione nel registro degli indagati di una trentina di persone, beneficiarie dei 7 milioni di contributi; lo stesso presidente Edoardo Vianello è dovuto intervenire a seguito delle voci che davano il suo nome nell'elenco. Termina così, con inevitabili strascichi giudiziari, la breve vita dell'Imaie, ennesimo ente inutile, fucina di sperperi e di clientele politiche e sindacali».
Infine una comunicazione del 21 luglio dei Commissari Liquidatori:
«A seguito delle preoccupazioni esternate dagli Artisti Interpreti Esecutori in relazione alla liquidazione del patrimonio dell'Imaie, i Commissari Liquidatori, nel rammentare che essi esercitano la loro funzione, quali Pubblici Ufficiali, sotto la diretta sorveglianza del Presidente del Tribunale di Roma, precisano che, non appena adempiute le formalità di legge, che prevedono anche degli adempimenti da parte del precedente Legale Rappresentante, è auspicabile avviare in tempi celeri le procedure tese a soddisfare i diritti acquisiti dagli aventi diritto, ivi compresi gli Artisti, secondo termini e modalità rispettosi delle disposizioni normative vigenti. Sarà cura degli Uffici informare gli Artisti aventi diritto riguardo gli sviluppi della liquidazione. Per eventuali comunicazioni di competenza dei Commissari Liquidatori, è possibile inviare una mail all'indirizzo commissari@imaie.it».