In Fm non c’è più Radio Sherwood

Sotto il titolo ‘Si spegne la Radio che infiammò Padova’, il ‘Corriere Veneto’ riferisce della fine (in FM) della storia di Radio Sherwood di Padova, con tutta la sua lunga e quanto mai controversa storia “di ribellione”. Si continua sul web e intanto Zanella è sempre più “signore” in FM…

Ecco l'articolo in questione, a firma di Andrea Pasqualetto:

«Sei in macchina, sei alternativo e hai solo un'autoradio, cosa fai? Ti sintonizzi sui 97.800 di Radio Sherwood e ascolti le voci ribelli che ti aggiornano sulle ultime frontiere del mondo antagonista, Karlanda, Asini in cattedra, Around the blues e le ultime sulla battaglia per le autorizzazioni allo Sherwood Festival. Così, per strade e autostrade del Nord Est si beano migliaia di automobilisti normalmente insofferenti al sistema.
Ebbene, dal primo maggio (sono) senza la loro compagnia perché Radio Sherwood scompare e con lei scompare un pezzo di storia del Veneto autonomo e scomodo, le cui onde hanno varcato i confini padovani, dove l'emittente è nata e cresciuta. Chiude la Radio dell'Autonomia operaia, il punto di riferimento di movimenti, centri sociali e lotte antagoniste. E su quelle stesse frequenze andrà una musica un po' diversa: quella di Radio Gelosa, ultima creatura di Roberto Zanella.

«Rimango senza parole e mi fa un po' impressione questa cosa ma sono certa che si tratta di una scelta ponderata» - sussurra Gabriella Gazzea Vesce, vedova di quell'Emilio che fondò la Radio con un pugno di volontari pionieri della prima Radio libera. Era l'autunno del 1976 quando da un vicolo padovano saliva nell'etere quel segnale che segnò un'epoca. Sherwood come la foresta, come la libertà e come le lotte sessantottine.
«Mio marito e gli altri fecero tutto con i propri miseri mezzi. Eravamo molto poveri, mio marito faceva l'insegnante io ero un'impiegata dell'università di Padova. Ma c'erano l'entusiasmo, l'amico antennista, l'elettrotecnico, molti volontari. Era una voce aperta, libera, tutti venivano a parlare in Radio, da Pannella ai socialisti. È stata anche un momento di aggregazione per la raccolta di firme sul divorzio, sull'aborto, sulle battaglie sociali. E poi una musica molto buona, ricordo i ragazzi specializzati in jazz. Non era semplice con l'Msi che tentava di bruciarti la sede ma la passione vinse su tutto».

Fino al 7 aprile 1979, quando un gruppo di dirigenti dell'Autonomia operaia, fra cui Toni Negri e lo stesso Vesce, vennero arrestati. «Con mio marito in carcere per insurrezione armata, cinque anni di galera preventiva per poi essere assolto, la gestione passò ai collettivi. E anche quando lo scarcerarono non tornò alla guida ».
Arrivarono le voci e le teste di Wilma Mazza e Marco Rigamo, si fecero investimenti, la piccola e disobbediente Radio padovana allargò il raggio a Treviso, a Vicenza, a Conegliano, a Belluno. E dal segnale Fm passò al mondo di Internet fino allo spazio del satellite. Ora lo smantellamento delle frequenze, la vendita e il passaggio al web.

Luca Casarini, leader no global, condivide in pieno: «Cosa saggia, giusta, avanguardista, la naturale prosecuzione della storia di una Radio di frontiera. Con l'Fm copri una fettina territoriale, con la Rete sei mondiale. Sherwood diventa un portale di comunicazione, ancora una volta avanti».
Gabriella Vesce è amarcord: «Mi dispiace perché per me è un pezzo di storia, ma il mondo è giusto che vada avanti».

Hanno venduto le frequenze per una cifra importante, dicono oltre un milione di euro. «Anche questo mi fa impressione, mio marito l'aveva lasciata per 10 lire. Ma in mezzo ci sono molti investimenti che hanno fatto. È giusto così ». Lei l'ascolta? «No, perché non la prendo». Dal primo maggio anche l'automobilista senza web non la prenderà più».

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