In Sardegna si progetta la rivoluzione digitale

Presentati in giunta regionale due progetti legati all'Agenda digitale della Sardegna.

Venerdì 11 marzo il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, con gli assessori agli affari generali Gianmario Demuro ed Elisabetta Falchi all’agricoltura,  ha presentato  insieme ad Alessio Beltrame (capo della segreteria del sottosegretario Antonello Giacomelli) e Salvo Lombardo, amministratore delegato di Infratel (società in house del ministero dello sviluppo economico), due progetti legati all’Agenda digitale della Sardegna.

Il primo  consiste nell'aprire i cantieri per la posa dei cavi per la banda ultra larga in 313 comuni, anche piccolissimi. Il  secondo, cosiddetto "dei sistemi passivi di sicurezza", prevede l’installazione di videocamere per la videosorveglianza  in 80 comuni (anche alla luce degli ultimi attentati subiti dai sindaci).

Per ciò che riguarda la banda ultra larga i finanziamenti ammontano a 56  milioni di euro dei fondi Feasr per un totale di 507.577 cittadini e 287.768 unità immobiliari. Il  progetto prevede anche che entro il 2017 altri  500.000 sardi potranno accedere alla rete senza problemi di connessione. A gestire l’appalto per la banda ultra larga sarà Infratel. I lotti saranno tre, con gare già aggiudicate e l'assunzione di 3.000 persone nei cantieri. A gestire gli stessi saranno Eriksonn, Eds, Sirti, Alpitel, Tecnit e Mazzoni. Entro il 2020, poi, con altre risorse, sempre dell’agenda digitale, dovranno essere garantite ovunque nell’isola connessioni  veloci per circa l’85% dei sardi. Le nuove reti saranno di proprietà della regione e gli operatori telefonici dovranno pagare la stessa per potervi veicolare i loro dati. L’avanzamento della nuova tecnologia dovrà servire anche come impedimento allo spopolamento delle zone rurali e interne dell’isola, a uno sviluppo sostenibile e diffuso e a far sì che le aree rurali tornino a essere una risorsa.

Il secondo progetto prevede un investimento di 7 milioni e 150.000 euro  di cui 250.000 serviranno per la realizzazione del nodo gestione infrastrutturale presso la regione, e comprende 80 comuni, di cui 32 con popolazione sino a 2.000 abitanti, 25 sino a 5.000 e 23 con oltre 5.000. Nel progetto sono stati coinvolti anche l’unione dei comuni dell’Alta Gallura, l’unione dell’Anglona e bassa valle del Coghinas, la comunità montana del nuorese, i comuni di Orgosolo e Urzulei e quelli del terralbese. Tutti i dati registrati potranno essere messi a disposizione delle forze dell’ordine.

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