È preoccupante la situazione della libertà di stampa. Qualche giorno fa la Guardia di Finanza (per ordine della Procura di Busto Arsizio) ha perquisito gli uffici dei giornalisti Fiorenza Sarzanini e Sergio Ruotolo e le sedi romane del ‘Corriere della Sera’ e della ‘Stampa’. In contemporanea altre due squadre stavano perquisendo le loro abitazioni, su provvedimento scattato per violazione del segreto istruttorio, dopo la pubblicazione della notizia riguardante un’inchiesta della Procura lombarda…
È preoccupante la situazione della libertà di stampa. Qualche giorno fa la Guardia di Finanza (per ordine della Procura di Busto Arsizio) ha perquisito gli uffici dei giornalisti Fiorenza Sarzanini e Sergio Ruotolo e le sedi romane del 'Corriere della Sera' e della 'Stampa'. In contemporanea altre due squadre stavano perquisendo le loro abitazioni, su provvedimento scattato per violazione del segreto istruttorio, dopo la pubblicazione della notizia riguardante un'inchiesta della Procura lombarda su presunte collusioni tra esponenti della ndrangheta e imprenditori locali e politici per l'assegnazione degli appalti dell'Expo 2015.
Una nota dei giornalisti del 'Corriere' ha spiegato alcune modalità dell'intervento, che lasciano alquanto perplessi. "La Guardia di Finanza - racconta il Cdr del quotidiano - si è presentata sia nell'abitazione della (nostra) giornalista sia sul posto di lavoro, presso la sede di Roma, in assenza della redattrice, che era fuori città per servizio. Nella casa della collega si trovavano la madre e la giovane figlia, del cui computer è stata copiata la memoria, con alcuni amici adolescenti che sono stati tutti identificati: al 'Corriere' è stato perquisito tutto, materiali, archivio, documenti della giornalista, acquisita la rubrica telefonica e poi copiato interamente il contenuto del suo computer, con tutti i files professionali e anche i materiali privati in esso conservati".
Qualche giorno dopo è stata la volta dell'Espresso, che già qualche settimana prima aveva subito un'altra perquisizione. La redazione del giornale è stata perquisita dalla Guardia di Finanza. Sono state perquisite anche le abitazioni dei due giornalisti Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi, autori dell'inchiesta di copertina sullo scandalo dei rifiuti a Napoli (con legami in molte altre città italiane).
Il comitato di redazione del settimanale ha diffuso una nota sulle perquisizioni della Guardia di Finanza: "Ancora una volta l'esercizio del diritto di cronaca è oggetto di atti intimidatori che respingiamo fermamente. Gravi e offensivi per il lavoro dei nostri giornalisti appaiono per di più i modi con cui le perquisizioni si stanno svolgendo (ben diciotto agenti impegnati). Non possiamo fare a meno di notare che un simile spiegamento di forze avviene in seguito ai riferimenti contenuti nell'inchiesta de "L'espresso" sul presunto ruolo nello scandalo dei rifiuti di un sottosegretario del governo".
L'Espresso assicura che "non si lascerà intimidire" ma il problema non sembra neanche questo. Il problema, al di là della fuga di notizie (e la magistratura in merito farebbe bene a indagare anche all'interno di se stessa e dell'ambiente giudiziario in genere), che peraltro, comunque, non può essere imputata ai giornalisti (che fanno il loro mestiere), è il clima in cui tutto questo si svolge, un clima in cui la libertà di stampa sembra venir considerata, anche da alcuni magistrati, "l'ultimo dei problemi". E per il nostro Paese questa non è proprio una bella situazione...