Indagini di ascolto radiofoniche: interviene l’Agcom

Sarà l’Autorità a ricomporre la situazione delle indagini radiofoniche dove a contrastare Eurisko ci si è messa Ipsos? L’Agcom ci proverà, mentre la Rea contesta un po’ tutti.

L'Agcom ha avviato una nuova consultazione pubblica con la delibera 320/11/CSP del 20 dicembre scorso sull'organizzazione dell'attività di rilevazione degli indici di ascolto radiofonici, dopo la messa in liquidazione di Audiradio e dopo che nei mesi scorsi aveva già tentato di intervenire sul tema.
Nel frattempo ha preso il via la prima tranche di Radio Monitor, indagine di ascolto radiofonica curata dalla società Gfk Eurisko (cui sono iscritte 12 stazioni nazionali private e oltre 250 Radio locali), basata su 120mila interviste con il metodo Cati oltre che, per chi ne ha fatto richiesta, su una rilevazione quantitativa automatica degli ascolti nei 7, 14 e 28 giorni realizzata attraverso il sistema Meter Eurisko con un panel di 10.000 persone.

Ma - colpo di scena - nei giorni scorsi giorni, Ipsos ha annunciato l'introduzione di MediaCell, un sistema che utilizza il cellulare per misurare gli ascolti radiofonici. Ipsos sembra proprio un concorrente diretto di Eurisko sul tema della radiofonia; di qui note polemiche fra i due istituti di ricerca e la presenza sul mercato - si suppone - in futuro di due indagini, con RadioRai, R 101 e Radio 24 dalla parte di Ipsos e gli altri da quella di Eurisko.

Di qui anche l'intervento di Agcom, che proverà probabilmente a ricomporre la situazione, per evitare confusione sul mercato, La consultazione avviata prevede ora il termine di 90 giorni dalla pubblicazione della delibera sulla Gazzetta Ufficiale per le osservazioni dei soggetti interessati. Viene inoltre promosso un tavolo tecnico finalizzato al raggiungimento di una posizione il più possibile condivisa tra tutti i soggetti.

Diamo conto anche di una durissima nota polemica emessa dall'associazione Rea:

«Prendiamo atto che la scelta di Eurisko è stata, di fatto, delegittimata dall'Autorità e che gli autori che l'hanno promossa e la stessa società se ne assumeranno le dovute responsabilità…
Non ci vuole molto a intuire che i “soliti noti” propongono una Audiradio bis con la costituzione di una società consortile dove poter soddisfare gli appetiti dei soliti commensali che nel passato si sono spartiti 500 milioni di euro finché non hanno cominciato a litigare su chi aveva mangiato di più e chi di meno. Fatto sta che alle locali è sempre toccato un piattino di lenticchie… contro la grande abbuffata delle Reti.

Di tutt'altra natura è la posizione della REA espressa a pagina 8) della Delibera nella quale viene ribadito che “l'attività di rilevazione degli indici di ascolto sia svolta direttamente dall'Autorità, attraverso un soggetto non in “conflitto di interessi” con i settori della pubblicità e dell'attività radiotelevisiva, mediante l'affidamento ad un Ente pubblico (ad esempio ISTAT o Cattedra Universitaria), e con assoluta estraneità delle associazioni di categoria nella gestione delle indagini. Da un punto di vista metodologico, la ricerca dovrebbe avvalersi di una corretta “mappatura” delle aree di servizio (bacini di utenza) delle diverse emittenti partecipanti alla rilevazione ed individuare criteri per l'eliminazione delle omonimie dei marchi, per l'impostazione delle interviste, per la pubblicazione dei dati, per l'iscrizione alle indagini, per il finanziamento della ricerca e per la determinazione delle quote di partecipazione e del sistema di pagamento”».

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