Intercettazioni: contro il decreto legge mobilitazione della Fnsi

Dal sito della Federazione Nazionale della Stampa: ”Se il governo farà ricorso al decreto in materia di intercettazioni scenderemo in piazza”. Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, concludendo l’incontro ‘Etica e diritto di cronaca: no alle censure!’ organizzato dalla Federazione nazionale stampa italiana, dall’Ordine dei Giornalisti e dall’Unione Cronisti. Alla manifestazione hanno preso parte esponenti dei gruppi parlamentari, magistrati, avvocati, direttori di giornali, rappres…

Dal sito della Federazione Nazionale della Stampa:

''Se il governo farà ricorso al decreto in materia di intercettazioni scenderemo in piazza". Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, concludendo l'incontro 'Etica e diritto di cronaca: no alle censure!' organizzato dalla Federazione nazionale stampa italiana, dall'Ordine dei Giornalisti e dall'Unione Cronisti.

Alla manifestazione hanno preso parte esponenti dei gruppi parlamentari, magistrati, avvocati, direttori di giornali, rappresentanti della Fieg. Unanime l'allarme nei confronti di un provvedimento che punti a imbavagliare giornalisti e giornali negando ai cittadini il diritto di ricevere notizie e formarsi un'opinione. "Il disegno legge sulle intercettazioni che limita la libertà di stampa è illiberale: lo pensavamo quando lo propose il ministro Mastella, lo pensiamo oggi quando a proporlo è il ministro Alfano'' - ha aggiunto Siddi.

Il segretario nazionale della Fnsi ha spiegato che i giornalisti italiani sono pronti a intraprendere una mobilitazione di lunga lena per rintuzzare ogni attacco al dovere di informare i cittadini: ''La prima fase di questa battaglia è volta ad informare di più sui rischi contenuti nel disegno legge del governo anche coinvolgendo i direttori e gli editori dei giornali ai quali chiederemo di pubblicare "pagine a scacchiera", ossia pagine confezionate secondo le norme attuali che consentono un'informazione completa e pagine confezionate alla luce delle norme che si vorrebbero introdurre; la terza fase prevede di andare nella piazze per informare i cittadini''.

Il direttore generale della Fieg, Alessandro Brignone, ha convenuto sulla "pesantezza dell'impatto" che i provvedimenti del governo potrebbero esercitare sull'informazione. "Giornalisti e giornali dovrebbero restare muti fino alla chiusura delle indagini preliminari. Il giudizio negativo sul provvedimento è comune a quello della Fnsi: non possiamo essere d'accordo". Grave, ha sottolineato Brignone, che adducendo il pretesto di porre rimedio ad un uso distorto delle intercettazioni si imponga lo stop al loro impiego per accertare reati gravi quali l'estorsione, i sequestri di persona, l'usura. Il sistema sanzionatorio, ha aggiunto Brignone, punta a mettere l'editore nella paradossale condizione di impedire di scrivere per non rischiare multe: "Ciò non ha senso ed è necessario farlo capire al Governo".

Il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, ha offerto anche un'indicazione operativa: "Per le intercettazioni bisogna prevedere una udienza stralcio di fronte al giudice dove Pubblico ministero e difesa tolgono dal processo le telefonate penalmente irrilevanti. Limitare le intercettazioni - ha aggiunto Palamara - rischia di limitare la possibilità di scoprire gli autori dei reati: Un paradosso nel momento in cui si enfatizza il tema della sicurezza''.

''Sulle intercettazioni non c'è carattere d'urgenza. Quello del governo è un atteggiamento incomprensibile, schizofrenico, non capisco questo ulteriore strappo'', ha detto il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia (Pd). "Riteniamo che sia necessaria una legge moderna -ha aggiunto - che non limiti le indagini e il diritto della stampa a informare''.

''Può darsi che dal disegno legge sulle intercettazioni venga separata la parte relativa alla privacy e messa in un decreto''. ha spiegato il presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli. ''Non credo che il diritto di cronaca possa sconfinare nella violazione della privacy - ha aggiunto Berselli - da parte della Commissione Giustizia del Senato, garantisco che al di là dello strumento utilizzato, ci sarà massima interlocuzione con le categorie della stampa italiana''».

Data l'assoluta gravità del tema e delle mosse preannunciate dal Governo su queste colonne continueremo a seguire attentamente questa questione (e quella della libertà di stampa in generale) vitale per uno Stato democratico.

Mauro Roffi

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