Internet in Cina: obbligo di registrazione

Dal primo marzo di quest'anno il governo cinese ha imposto a tutti gli operatori di servizi via Internet (come blog, forum, messaggi istantanei, ecc.) di registrarsi con i propri nomi e cognomi. Il motivo é chiaramente quello di limitare la libertá d'espressione e censurare tutto ció che non é consono al regime.

A pensarci bene, quello che va a discapito dei cinesi, potrebbe però andare a vantaggio del mondo libero. Sappiamo che a livello mondiale la maggior parte degli hacker provengono dalla Russia o dalla Cina (il 90% degli attacchi cibernetici contro gli Usa ha origine in Cina), pertanto si potrebbe ridurre il numero di malware (infezioni ai computer) se il ricevente prima di aprire un documento non vedesse un nome proprio.
Naturalmente, per arrivare a questo punto c'é bisogno che il mondo libero imponga un sistema suo di registrazione per l'uso di Internet con i veri nomi e gli utenti siano poi liberi di accettare o bloccare quei messaggi provenienti da persone con nomi fittizi con origine in Paesi non aderenti.
Sicuramente libertari ed organizzazioni per la tutela dei diritti civili non saranno d'accordo perché questo limiterebbe la privacy e l'anonimato, ma in compenso si eliminerebbero i furti d'identitá, le carte di credito clonate, lo spam e varie truffe che oggi coinvolgono, ad esempio, 40 milioni di americani e 16 milioni di tedeschi, pur sapendo che la maggior parte di questi tipi di crimine non vengono denunciati.
Ma non solo, con la scusa dell'anonimato molte persone utilizzano Internet per spaventare, intimorire, offendere, ridicolizzare, diffondere voci false ed essere apertamente volgari.
Di sicuro ad applaudire l'iniziativa della registrazione saranno le associazioni di difesa dei consumatori, quelle dei commercianti, le Borse (queste subiscono manipolazioni) ed il settore finanziario, le industrie e la sicurezza pubblica (oggi, per la maggior parte, i crimini cibernetici non vengono puniti).
Richiedere che tutti usino i propri nomi non rappresenta un costo aggiuntivo per i service provider, visto che é da tempo che per operare via Internet si utilizzano pagamenti con carte di credito, pertanto si ha modo di verificarne l'identitá. Anzi, per loro potrebbe rappresentare un risparmio, visto che questi operatori non devono spendere di piú per assicurare la sicurezza dei loro sistemi Internet.
Lo scorso giugno il Center for Strategic and International Study, (Csis) con sede a Washington D.C., ha pubblicato uno studio sui danni provocati dal crimine cibernetico (via Intenet). Una stima bassa pone annualmente i danni all'economia globale a 375 miliardi di dollari, con i paesi del G20 a subirne le maggiori conseguenze (alla sola Sony i danni sono ammontati a 171 milioni di dollari). Secondo lo studio Csis, il crimine cibernetico ha causato la perdita del lavoro a 150.000 persone nella sola Ue e sta danneggiando il processo di innovazione tecnologica.
La Csis non suggerisce una soluzione al problema del crimine cibernetico, ma forse i cinesi l'hanno trovata con l'obbligo di registrarsi con nomi veri per navigare su Internet.

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