Interrotte le trasmissioni di Rete Canavese e del gruppo Start Up

 

Il network provider interregionale Start Up Communication di Mauro Pagliero, visibile soprattutto nel Nord-Ovest italiano e nel Centro Italia, attivo anche a livello editoriale soprattutto in Piemonte e Val d’Aosta, ha interrotto, forse solo provvisoriamente (resta la possibilità di un ritorno in onda, se ci saranno le condizioni per farlo, a quanto pare), le trasmissioni delle reti diffuse a partire dal 31 dicembre. In una nota molto polemica diffusa a fine anno, si spiegava che era impossibile proseguire l’attività, stante la grave situazione venutasi a creare e si lanciavano violente accuse.

Questo il comunicato di cui sopra:

“Che a partire dal 2010, la transizione dalla tecnologia televisiva analogica a quella digitale avrebbe privilegiato le emittenti nazionali era chiaro. Era però altrettanto chiaro che il Ministero dello Sviluppo Economico e l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni avrebbero dovuto, secondo criteri pubblici, obiettivi, trasparenti e non discriminatori, garantire a tutte le emittenti locali indipendenti la tutela del loro diritto alla prosecuzione di un'attività avviata tra gli anni '70 e '80. Purtroppo, la mancata applicazione delle norme ed il mancato rispetto delle leggi da parte di alcuni Pubblici Funzionari che agiscono senza controllo e troppo spesso al servizio di pochi, ha spudoratamente privilegiato solo alcune emittenti locali (magari anche sponsorizzate dal “politico di turno”), sacrificando così gli sforzi e gli investimenti di molti altri imprenditori indipendenti ai quali non è rimasta che l'alternativa di ricorrere alla Magistratura per invocare giustizia.

Una giustizia lenta, e non sempre dal risultato imparziale su un tema così complesso, ha poi permesso, nelle more dei contenziosi attivati contro la Pubblica Amministrazione, il consolidamento di situazioni aberranti che, se non troveranno tempestiva soluzione nei Tribunali Italiani, dovranno inevitabilmente essere denunciate e risolte alla Corte di Giustizia Europea.

Se è vero che “la giustizia è lenta ma inesorabile”, è altrettanto vero che (in attesa che si aprano le porte delle patrie galere per qualche infedele impiegato dello Stato), la StartUp Communication Srl (già Spa) non è più nella condizione di affrontare, per il sesto anno consecutivo, la gestione di un'attività in perdita che - di fatto - il Ministero dello Sviluppo Economico ha consapevolmente privato delle condizioni operative essenziali al raggiungimento del proprio oggetto sociale. In attesa che, nelle competenti sedi giudiziarie, vengano individuati ed allontanati i soggetti responsabili sia delle violazioni di legge sia degli evidenti abusi del potere loro attribuito dallo Stato, e pur auspicando una celere definizione dei contenziosi in essere, si rende ormai improrogabile una temporanea ma tempestiva sospensione di ogni attività con effetto a partire dalle ore 24,00 del 31 dicembre 2015”.

 

A rischio ci sono, a quanto pare, 14 posti di lavoro.

Ma quali sono le reti che hanno cessato l’attività? Sulla base di quanto pubblicato sul sito www.litaliaindigitale.it, si tratterebbe di quelle diffuse sui canali 34, 35 e 45 UHF, in diversi casi in varie parti d’Italia, appunto (fino a Emilia-Romagna, Toscana e Marche).

In sostanza, le reti che non sono più in onda sui rispettivi Lcn  dovrebbero essere le seguenti: Rete Canavese (73); Telegranda (74); Rete 82 - Studionord (82); E21 TeleTorino (93); 100% Channel (100); E21 Network (175); Studio 7 (181); Studionord Tv (185); Rete St. Vincent (186); 200% Channel (200); Telemondo (275; questo marchio ‘quasi nazionale’ era stato ripreso e fatto tornare in onda da Pagliero); Tv Donna (test; 278).

 

Se di Telegranda (che potrebbe ora trovare nuove strade di diffusione sul Web) ci siamo già occupati, colpisce soprattutto la cessazione (forse solo momentanea, ma non ci sono garanzie) delle attività di Rete Canavese, emittente della zona di Ivrea storica come poche altre. La redazione non è stata colta di sorpresa dalla notizia e ha anzi diffuso questo comunicato, che esprime anche solidarietà all’editore Pagliero:

«La notizia della sospensione a fine anno delle trasmissioni di Rete Canavese è diventata ufficiale con il comunicato dell’Editore. Dell’opportunità o meno di continuare a trasmettere si discute con l’Editore almeno dall’estate dello scorso anno, con alterni stati d’animo e d’umore, ma la volontà dell’Editore è sempre stata quella di resistere fino alla fine (delle possibilità e delle risorse, soprattutto).

Ora l’Editore ci ha comunicato che intende sospendere le trasmissioni dalla mezzanotte del dicembre, mettendo fine (almeno per adesso) a quasi 40 anni di una Tv che fin dal suo esordio si è votata al servizio del territorio. Ne prendiamo atto, ringraziamo l’Editore per aver fino all’ultimo lottato per scongiurare questa evenienza, e ci prepariamo al futuro da dare a questi quasi quarant’anni di informazione televisiva in Canavese. Perché un futuro comunque glielo vogliamo dare».

Parole confermate dal direttore di Rete Canavese Elso Merlo: «Che il binario sul quale stavamo facendo la nostra strada fosse un binario morto lo abbiamo capito un anno e mezzo fa. Ci siamo guardati negli occhi, tutti, ci siamo detti tutti che sarebbe stato più conveniente per ciascuno di noi scendere e andare ognuno per la sua strada, che almeno così non ci avremo rimesso tempo e denaro, ma l’Editore è stato irremovibile, e non ha voluto mollare. In questi diciotto mesi lo abbiamo visto sputare sangue, bruciare letteralmente nella caldaia della locomotiva tutte le sue risorse, professionali ed economiche. E ci siamo detti che sarebbe stato da codardi mollare, scendere e lasciarlo solo sarebbe stata una vigliaccheria, e siamo andati con lui fino in fondo al nostro binario, con la “schiena diritta”, con la fierezza di chi sa che è una battaglia impari, ma che vale comunque la pena di combatterla. Siamo arrivati in fondo: ora scendiamo dal treno il nostro piano A, ce lo carichiamo sulle spalle, facendo gruppo come sempre, e andiamo per la nostra nuova strada, che sarà ancora Tv, sarà in Canavese e per il Canavese, sarà ancora la Tv del Canavese e della Città Metropolitana della quale fa parte, e sarà la nostra nuova frontiera, la partita che con la stessa fierezza e dignità ci giocheremo. E se (e quando) l’Editore vorrà rimettersi in gioco, il suo posto in squadra c’è, siamo pronti a tornare a giocare anche sul suo terreno di gioco, a condividere ancora le sue battaglie: il suo numero di maglia, il numero 1, non lo diamo a nessuno, lo teniamo per lui».

 

Parole che colpiscono ma anche in qualche modo ‘rassicuranti’: non a caso è già in onda sul Web www.torinoecanavese.tv, che sembra comunque voler riprendere on line tutta l’esperienza televisiva via etere di Rete Canavese.

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