Ispettori al Tg3: dilaga la polemica

Una violenta polemica sta montando in queste ore in Viale Mazzini dopo la decisione di inviare alcuni ispettori al Tg3, a seguito delle accuse di Berlusconi alla testata. Cdr e Usigrai: “attacco alla libertà”. Domani assemblea dei giornalisti Rai.

Questa mattina alcuni ispettori sono stati inviati nella redazione del Tg3, a Saxa Rubra, e hanno rivolto alcune domande al direttore Di Bella e agli autori dei servizi trasmessi lunedì sulle dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al processo Sme a Milano.

Ieri Berlusconi aveva accusato direttamente il telegiornale di RaiTre dai microfoni di "Radio anch'io" su RadioUno: "Da parte del Tg3 non c'è stato diritto di cronaca (a proposito della documentazione delle grida contro Berlusconi da parte di Piero Ricca; Ndr.) ma una corresponsabilità nell'amplificare le ingiurie che mi sono state rivolte". Gravissima l'accusa del premier alla testata: "È stato un agguato preparato, col quale il Tg3 era evidentemente d'accordo".

Il direttore generale Flavio Cattaneo ha evidentemente ritenuto di chiarire a modo suo quanto è realmente accaduto e ha inviato gli ispettori. "Si tratta di un attacco gravissimo alla libertà e all'autonomia dell'informazione" - hanno però detto con un comunicato congiunto il Comitato di Redazione del Tg3 e l'Usigrai.

La polemica è immediatamente dilagata: l'esecutivo dello stesso Usigrai (sindacato dei giornalisti Rai) ha avuto toni pesanti: "In queste ore è in corso un attacco gravissimo alla libertà e all'autonomia dell'informazione". Per questo domani Usigrai e CdR del Tg3 hanno convocato a Saxa Rubra un'assemblea di tutti i giornalisti Rai, chiamando a parteciparvi i vertici della Federazione della Stampa e dell'Ordine dei giornalisti.

La polemica ora sta allargandosi al mondo politico e persino a quello istituzionale. L'aria è davvero pesante e di quelle da resa dei conti; non sono escluse conseguenze di grandissimo rilievo, perché non si capisce come Lucia Annunziata possa approvare o coprire mosse così forti nei confronti di una testata di cui è stata direttore (e sia pure con divrse contestazioni da parte della redazione).

Ancora secondo l'Usigrai, peraltro, si tratta di "un'azione che mina alla radice l'autonomia dell'informazione Rai, mira ad intimidire i giornalisti del servizio pubblico, intacca i diritti costituzionali garantiti dall'articolo 21. Ed è un attacco di gravità analoga all'emendamento contro i giornalisti votato ieri dalla commissione Giustizia della Camera. I giornalisti del servizio pubblico non hanno alcuna intenzione di assistere in silenzio a questi avvertimenti aziendali".

Se ne vedranno delle belle...

Pubblica i tuoi commenti