‘Italia’s Got Talent’: un’altra bella produzione Sky

Sarà perchè RaiUno non ha né l’esperienza né forse il pubblico giusto per fare i talent, ma possiamo porre agli antipodi proprio i due programmi che abbiamo visto negli ultimi mesi sulla prima rete pubblica e ora su SkyUno (‘l’ammiraglia’ di Sky, a sua volta): ‘Forte Forte Forte’ con Raffaella Carrà, tagliato per scarsi ascolti poche settimane fa, e questa versione di ‘Italia’s Got Talent’ appena andata in onda con grande successo in pay-tv e che sarà ora replicata su Cielo in chiaro, perché evidentemente Sky ritiene (a ragione) di realizzare ormai show di un livello tale che non vale la pena di ‘sprecarli’ solo per il pubblico satellitare pagante. Meglio capitalizzare la buona fama guadagnata presso il pubblico e in buona misura anche presso la critica consentendo a tutti di vedere, sia pure in differita, la trasmissione.

Differita poi in questo caso è un termine tutto da capire, perché fino alle ancora lontane semifinali e alla finale, che saranno in diretta da Miano, ‘Italia’s Got Talent’ è un ‘miracolo di montaggio’ anzichè uno show tradizionale, sostenuto da un ritmo straordinario e da molti momenti assemblati insieme (anche registrati in momenti diversi, com’era evidente dalle situazioni e  dagli abiti dei giurati), con un lungo lavoro di post-produzione per sostenere costantemente uno spettacolo emozionante, senza alcun tempo morto.

Se la Rai - o meglio RaiUno - non era stata capace, pur avendo una Carrà a disposizione e a sua volta montando le prime puntate, di indovinare un linguaggio ‘giusto’ per un talent che poi pretendeva dai concorrenti un talento ‘multiforme’ (dovevano saper fare un po’di tutto), qui la qualità del prodotto finale è alla base di tutto, come già era accaduto per ‘X Factor’ e soprattutto per ‘Masterchef’, che, come abbiamo visto, la diretta non la regge, anche perchè i ‘cuochi’ in giuria sono sì ormai abitati alla Tv ma non sono ‘televisivi’ di lunga esperienza e uomini di spettacolo in grado di ‘capire i ritmi e le esigenze’ del linguaggio della Tv stessa.

L’altra cosa fondamentale di questa ‘edizione Sky’ di un programma internazionale di grande successo in decine e decine di Paesi, fino allo scorso anno programmato con grande fortuna da Mediaset (che vi aveva destinato la sua coppia vincente Maria De Filippi - Gerry Scotti), è la durata: niente ore e ore di un programma che dalla prima serata si espande alla piena notte, ma una ‘durata umana’ di neppure un’ora e mezzo, che dunque permette di fare di tutto: i numeri più riusciti vengono mostrati con attenzione, altri (più o meno i ‘fenomeni da baraccone’, quelli degni della ‘Corrida’, che in questo programma non mancano mai) vengono quasi messi insieme in un ‘montaggio veloce e deciso’, che permette a tutti di comparire ma ad alcuni per il tempo limitato che si sono ‘guadagnati’.

Tutto ciò è talmente vero che in questo show di FremantleMedia (che torna a collaborare pienamente con Sky dopo la bella esperienza di ‘X Factor) non c’è di fatto un presentatore, un ruolo quasi ‘superfluo’. Sulla carta c’è una materna Vanessa Incontrada, che però non annuncia niente e compare solo dietro le quinte (o in qualche raro caso sul palco ad aiutare i concorrenti) a confortare gli emozionati perfomers.

La forza è invece inevitabilmente quella della giuria, per la quale Sky non ha badato a spese: Claudio Bisio (che ritrova la Incontrada dopo ‘Zelig’) è il solito campione di simpatia e ironia, Luciana Littizzetto copre bene il suo ruolo, anche se il tempo per le sue fulminanti battute non è molto ampio, Nina Zilli si è calata nella parte e Frank Matano è la rivelazione positiva, anche se nella prima puntata si è messo un po’ a strafare’, forse per l’entusiasmo da neofita.

Per i concorrenti il solito fritto misto, visto che ognuno può presentare quel che crede, il talento in cui ritiene di eccellere (l’esatto contrario, anche qui di ‘Forte Forte Forte’), con esibizioni di livello circense (nel senso migliore del termine) e altre da fiera di paese. Ma qui Sky e Fremantle si sono presi appunto la responsabilità non solo di selezioni molto attente ma anche di un montaggio che, come dicevamo, ha valorizzato quel che più meritava. È il caso del concorrente finale, un disincantato giovane napoletano, Cisky, che si è presentato in scena in una forma svogliata e poco appariscente (un po’ ‘alla Troisi’, verrebbe da dire), aspetti accentuati da un’ampia barba un po’ francescana e un po’ da fricchettone. Ma poi Cisky ha dato vita a un numero di ballo che era in realtà pura acrobazia, ‘snodando’ letteralmente il proprio corpo a suo piacimento. Una performance impressionante, che il programma ha seguito molto da vicino facendo di lui il personaggio vero della puntata (con tanto di ‘golden buzzer’), fino ai titoli di coda.

Il pubblico ha gradito e il giovedì sera ‘Italia’s Got Talent’ è già un fenomeno: alla prima puntata, 1 milione 113 mila spettatori medi e 2.94% di share per SkyUno, un ascolto molto alto per una pay-tv.

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