Iva sulla pay-tv: gran polemica politico – televisiva

Lo scontro è avvenuto sabato mattina quando l’amministratore delegato di Sky Italia ha calcolato quanto sarebbe costato a Sky dell’eterno rivale di Berlusconi Rupert Murdoch questo nuovo provvedimento ed ha emanato una nota diffusa a più riprese sui Tg Sky. “È una vera e propria tassa sulle famiglie – ha detto l’ad di Sky Tom Mockridge – e contraddice gli aiuti promessi alle aziende. Tutti i governi europei lavorano a trovare una soluzione che aumenti le capacità di spesa dei cittadini e sosteng…

Lo scontro è avvenuto sabato mattina quando l'amministratore delegato di Sky Italia ha calcolato quanto sarebbe costato a Sky dell'eterno rivale di Berlusconi Rupert Murdoch questo nuovo provvedimento ed ha emanato una nota diffusa a più riprese sui Tg Sky. "È una vera e propria tassa sulle famiglie - ha detto l'ad di Sky Tom Mockridge - e contraddice gli aiuti promessi alle aziende. Tutti i governi europei lavorano a trovare una soluzione che aumenti le capacità di spesa dei cittadini e sostenga le imprese. Il premier inglese Gordon Brown proprio in questa settimana ha annunciato una riduzione dell'Iva di due punti. Il governo italiano, invece, ha preso una decisione che va nella direzione opposta: l'ha raddoppiata per noi. Dal 2003 Sky ha costantemente investito nel settore e ora dà lavoro a 5000 persone e, indirettamente, ad altre 4000: più del triplo di quanti lavoravano nel 2003 per Tele+ e Stream assieme. Deve essere chiaro che questo aumento graverà su 4,6 milioni di famiglie italiane".

Sky ha subito ribadito il concetto con uno spot (dopo che la star Ilaria D'Amico aveva già fatto cenno alla vicenda nel suo programma sportivo domenicale) e ha invitato a inviare milioni di lettere di protesta al Governo.

Prevedibili le reazioni politiche da Veltroni a Di Pietro, a Paolo Gentiloni (ex Ministro delle Comunicazioni). "L'azienda di proprietà della famiglia Berlusconi non è minimamente coinvolta da questo aumento (Mediaset invece sostiene di sì e protesta, più sommessamente di Sky; Ndr.) - dice Gentiloni - , visto che la norma del 1995 abrogata proprio dall'ultimo Consiglio dei Ministri riguarda solo la Tv satellitare e quella via cavo. Non riguarda quindi, che in misura molto limitata Mediaset: non colpirà i loro abbonati al calcio ma solo alcuni pacchetti. Un coinvolgimento infinitesimale rispetto al concorrente. Di qui il sospetto che si tratti di un vero e proprio blitz contro Sky".

Beppe Giulietti dell'Idv si è invece rivolto all'Autorità per le telecomunicazioni, all'Antitrust e alla Ue per sollevare un eventuale conflitto d'interessi. "Gli esposti sono già stati presentati - dichiara Giulietti - ed ora, se davvero si è trattato di un provvedimento privo di malizia, mi attendo che il Governo corregga il testo, provvedendo ad aumentare il canone per le concessioni pubbliche di quei gruppi che ancora usano il sistema di diffusione tradizionale".

Da Palazzo Chigi la replica arriva dal sottosegretario all'Economia Luigi Caser, che dice: "In questa situazione chiediamo sacrifici a tutti, anche al comparto Tv. Non c'è persecuzione".

Bloccato anche il canone Rai, misura, peraltro già preannuniata, che comporta non poche difficoltà nel bilancio di Viale Mazzini.

Altro motivo di (minore) polemica la porno tax, che colpisce il mercato del porno su carta stampata e Tv con un'addizionale Irpef del 25% a partire già dal 2008. E anche in questo caso Sky, che trasmette molto porno notturno in pay-per-view, subirà diversi danni...

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