Kosice, Italia e Slovacchia

Ecco un’intervista all’ambasciatore Roberto Martini, che ci parla del Festival delle tv locali di Kosice e dei rapporti fra Italia e Slovacchia.

In occasione della 19a edizione dell'International Kosice Festival of Local Televisions-Golden Beggar, Millecanali ha intervistato Roberto Martini, Ambasciatore d'Italia nella Repubblica Slovacca che da alcuni anni si sta adoperando per promuovere il festival anche in Italia. Quello di Martini è un interessante intervento sulle relazioni tra i due Paesi, sul ruolo dei media e sulle possibili collaborazioni in questo campo.

Ambasciatore Martini, come sono attualmente i rapporti tra Italia e Slovacchia e quali sono i settori economici in crescita nei quali le imprese italiane potranno essere presenti nei prossimi anni?

I rapporti tra i due Paesi sono eccellenti, sia dal punto di vista politico-economico che da quello culturale. L'Italia è il 4° investitore estero in Slovacchia, dove siamo presenti sia con le maggiori società (tra tutte, ENEL, IntesaSanPaolo e Unicredit) sia con numerosissime piccole e medie imprese, soprattutto nel settore della meccanica (si contano oltre 200 imprese iscritte alla Camera di Commercio Italo-Slovacca, attiva a Bratislava da 15 anni). La Slovacchia sta puntando ancora molto sul settore “automotive”, dato ancora in crescita: di ciò beneficiano le tante imprese italiane che lavorano nell'indotto.
Altri settori in crescita sono quelli delle energie rinnovabili e dell'IT (information technology). Le prospettive di ulteriore sviluppo sono continue: per fare un esempio è appena venuta a Bratislava una visita di “AIDDA”, l'associazione delle donne imprenditrici, che ha individuato importanti spunti di collaborazione e economica.

Quest'anno Kosice è Capitale Europea della Cultura (tra gli enti sponsor c'è l'Istituto Italiano di Cultura); che ruolo ha, secondo lei, la promozione culturale all'estero del nostro Paese?

La cultura è sicuramente una delle “risorse” più importanti dell'Italia all'estero. Il nostro Paese, che vanta il maggior numero di siti Unesco nel mondo (47), è conosciuto per la musica, l'arte in tutte le sue forme nonché le sue bellezze naturali ed artistiche, un ricchissimo, unico e straordinario patrimonio che deve essere valorizzato, anche in quanto creatore di ricchezza e posti di lavoro. Gli slovacchi apprezzano entusiasticamente la cultura italiana, oltre al cibo, alla moda ed al “design” provenienti dal nostro Paese.

L'International Festival of Local Televisions fa parte degli eventi di Kosice Capitale Europea della cultura. Crede che nel settore della cultura, ed in particolare dell'audiovisivo, ci sia possibilità di sviluppare forme di collaborazione tra Italia e Slovacchia?

Il Festival delle televisioni locali di Kosice è una realtà unica nel panorama europeo, che questa Ambasciata sin dal 2010 sta cercando di promuovere anche in Italia. Ci piacerebbe vedere la partecipazione di televisioni locali italiane al festival, anche perché sono numerose e producono programmi degni di nota. Una nuova prospettiva potrebbe aprirsi ai nostri operatori: l'Europa dell'Est (ed i Balcani, che a Kosice sono sempre presenti) sono regioni feconde anche dal punto di vista televisivo e non dovrebbero mancare le possibilità di collaborare insieme.

Sempre nell'ambito del festival si è tenuto un seminario sul tema “Media and politics” (relatori András Koltay, Ungheria, docente universitario e membro della Commissione per i Media; Grigorij Meseznikov, Slovacchia, presidente dell'Institute for Public Affairs; Justin Schlosberg, Regno Unito, docente universitario associato ed esperto di media; Anna Tomanová,vicepresidente del Parlamento della Vojvodina). Come vede il rapporto tra media e politica in Slovacchia?

La libertà di stampa, come in tutti i Paesi, è un diritto fondamentale per la società civile. Le spinte per l'affermazione di tale diritto ed il suo ulteriore ampliamento si osservano in tutto il mondo. Per quanto riguarda la Slovacchia, nel periodo susseguente all'indipendenza nel 1993, i mass-media hanno progressivamente svolto un ruolo sempre più decisivo nella compagine civile, collocandosi in una prospettiva di autonomia sia dalla politica sia dai grandi gruppi economici, ed in una linea di coerenza con gli andamenti UE.

Secondo il rapporto 2013 sulla libertà di stampa di Reporter without Borders la Slovacchia è al 23° posto mentre l'Italia è al 57°; anche nel rapporto di Freedom House l'Italia viene dopo la Slovacchia per libertà di stampa. Come commenta questi dati e, in base alla sua esperienza, che differenze vede tra il sistema dell'informazione slovacco e quello italiano?

Non ho specifici commenti da formulare sulla graduatoria che ha citato, che evidentemente sarà stata elaborata tenendo conto di criteri tecnici che non conosco. Però, da un punto di vista generale, vorrei specificare che, a mio vedere, il sistema dell'informazione italiano - quali che possano essere le sue pecche - è comunque un sistema senz'altro estremamente professionale e di lunghissima, apprezzata, tradizione, con giornalisti ed operatori spesso di primissimo livello, con importanti esperienze internazionali (anche in “zone a rischio”), ed autori di alcuni programmi molto approfonditi, stimolanti e seri.
Per quanto riguarda la Slovacchia - e, ripeto non spetta a noi fare classifiche - trovo che alcune testate sono particolarmente serie ed impegnate, ad esempio in campo economico-finanziario e stanno riconquistando velocemente terreno rispetto a due decenni fa, quando l'informazione, in un sistema economico centralizzato, aveva evidentemente un ruolo più ridotto.

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