In attesa che il Golden Beggar entri nel vivo, e in vista del diario quotidiano promesso ai lettori, alcune impressioni sparse sul primo giorno a Kosice dopo la sveglia all’alba e tanta attesa.
La sveglia che suona alle 4 e mezza è devastante. Ma il richiamo di Kosice, seppur dopo vari anni, resta forte. E Savona questa mattina sembra troppo lontana dall'aeroporto di Malpensa e, tra timori di lavori sull'autostrada o in tangenziale (come succederà e come volevasi dimostrare) e ansia da traffico, è meglio guadagnarsi almeno tre quarti d'ora di vantaggio. Non si sa mai.
E così, con gli stuzzicadenti che tengono aperti gli occhi a forza, alle 5 in punto, come da tabella di marcia, si parte per Malpensa con il paziente marito alla guida. Il viaggio non è iniziato sotto i migliori auspici. Ritirata la macchina dal meccanico la sera prima (in teoria a posto dopo aver pagato per il tagliando e con tutte le rassicurazioni del caso) la vecchia CitroenZX, compagna di tanti viaggi, è partita per poi fermarsi e non ripartire più. Per fortuna il paziente ma soprattutto scrupoloso marito, ha voluto provarla prima. E così verificata l'inutilizzabilità del mezzo e con il meccanico chiuso non è rimasto altro che cercare un amico, un vero amico che ci prestasse la macchina. Meglio comunque che sia andata così perché se tutto fosse successo il giorno dopo, al momento della partenza e alle 5 del mattino, neanche l'amico più caro, svegliato a quell'ora, sarebbe stato tanto disponibile e l'areo sarebbe partito senza di me.
Si arriva al bivio autostradale per Milano che già albeggia su Genova, si vede a malapena qualche timido Tir e l'arrivo, senza nessuna sosta all'autogrill e dopo un rallentamento per lavori sulla tangenziale alle porte di Malpensa, è liscio e tranquillo. Lo è stato un po' meno per Roger Worrod, anche lui “veterano” del Festival, che dagli anni '60 ha deciso di abbandonare l'areo per spostarsi solo in treno, nave o autobus. Roger è partito dalla Svizzera, dove vive, in treno annunciando di non sapere esattamente l'ora del suo arrivo a causa della minaccia della piena del Danubio che avrebbe potuto causare ritardi o intoppi. E visto dall'aereo, lasciando Praga per Kosice il Danubio è un grande susseguirsi di curve, dalle acque completamente marroni, quasi fosse un fiume di fango, minaccioso anche da oltre 4000 metri di quota.
E anche il fiume che bagna Kosice, all'arrivo nella cittadina slovacca, ha lo stesso colore. Ma secondo le autorità la minaccia è ormai passata e, nonostante qualche nuvola all'orizzonte, il cielo non sembra essere più una grande minaccia.
In aereo con me, Branko e Ekaterina, provenienti da una cittadina della Macedonia vicino a Skopje. Scopro che anche loro saranno all'Hotel Yasmin e con loro ho appuntamento per la cerimonia di apertura del Festival. Domani ne saprò di più su di loro. Intanto, sfatti i bagagli, per ingannare il tempo faccio un giro sui canali visibili a Kosice.
Ci sono i canali slovacchi, pubblici e privati, i canali pubblici tedeschi, cechi, austriaci, la solita CNN, BBC World. Curioso come di italiano si vedano solo Tv2000, RaiGulp, RaiStoria, RaiSport 1 e 2, un canale in diretta dal nostro Parlamento e Rai Nettuno.
La cerimonia ufficiale d'apertura del festival non delude. A Eva Dekanovska va il grande merito, nonostante la complessità dell'organizzazione che quest'anno vede il Festival suddiviso in tre parti principali, di aver organizzato quattro giornate di eventi di buon livello culturale. Infatti la serata di apertura è dedicata a Melina Mercouri, sua l'idea delle Capitali Europee della Cultura, ricordata da Pietro Borodin, presidente del festival di Art Carnutum, e con canzoni dedicate alla scomparsa attrice ed ex ministro della cultura greca, cantate da Olga Kessaris.