Nel corso degli “Stati generali degli autori radiotelevisivi” aderenti all’Anart, svoltisi a Roma, si sono sentite molte lamentele per la situazione della ‘categoria’, sempre più in difficoltà e in balia delle scelte delle reti e dei gruppi televisivi.
Vediamo cosa ha scritto in proposito l'agenzia Il Velino:
«Autori Tv sul piede di guerra. A Roma presso la Biblioteca del Bucardo (sede Siae) si sono tenuti gli Stati generali degli autori radiotelevisivi aderenti all'Anart (Associazione nazionale autori radiotelevisivi e teatrali) per cercare una soluzione al riconoscimento dei propri diritti economici derivanti dallo sfruttamento sempre più intensivo dei singoli programmi sui vari media: Tv digitale, satellitare, mobile, via web.
"I nostri committenti, produttori privati, network pubblici e privati, impongono agli autori contratti di tipo diverso, ma aventi lo stesso fine: privarci di tutti i nostri diritti - ha denunciato Biagio Proietti, autore Tv, segretario generale dell'Anart, che ha aggiunto - . E o accetti quel contratto o non lavori".
"C'è la tendenza - ha osservato l'autore Tv Linda Brunetta - a non far comparire gli autori nemmeno più nei titoli: spesso si legge format, seguito dal nome della società di produzione, che rafforza il brand e cancella la scomoda figura dell'autore".
A questo status quo gli autori Tv si ribellano uniti e compatti e lottano sia per il riconoscimento del format come opera d'ingegno sia per una legge che determini la protezione delle opere d'intrattenimento sulla falsariga di quella dell'equo compenso, che "ha avuto il grande merito di stabilire diritti per le opere cinematografiche e per le opere assimilate (la fiction), in modo da tutelarci su repliche, diffusioni su reti satellitari, diffusioni on line o tramite la telefonia e così via" - ha detto Biagio Proietti.
Tanti autori tv hanno manifestato le loro preoccupazioni sul proprio futuro professionale. Tra questi anche, Vincenzo Cerami, Massimo Cinque, Ugo Porcelli e Andrea Purgatori. Con loro c'erano pure i colleghi autori di fiction aderenti all'associazione Sact, con i quali gli autori tv stanno creando il Sindacato autori.
Questa grande mobilitazione non porterà però gli autori Tv ad incrociare le braccia. A scongiurare in Italia il pericolo di uno sciopero degli sceneggiatori che negli Stati Uniti ha paralizzato il mondo della produzione Tv e cinematografica è intervenuta la buona notizia del presidente della Siae Giorgio Assumma, che ha annunciato l'elaborazione di un progetto di legge che riconosce il format come opera dell'ingegno. Alla base di questa norma c'è sempre la legge sul diritto d'autore del 1941 che "non va modificata - ha detto Assumma - , perché è fortemente garantista".
In questa battaglia gli autori Tv hanno ricevuto anche la risposta bipartisan del mondo politico. Luca Barbareschi del Pdl ha invitato gli autori a fare cOEsione con le altre associazioni di categoria e ha sottolineato come "oggi il diritto di proprietà intellettuale su tutte le piattaforme diventa un business molto grosso e non si può svilire, svilendo di conseguenza anche l'identità culturale italiana".
Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e parlamentare dell'Idv, ha detto: "Arrivare quanto prima all'approvazione di una legge che tuteli il diritto di autore anche per gli autori, è giusto e condivisibile. Si tratta di riconoscere il loro ruolo, la loro originalità creativa, troppo spesso non considerata adeguatamente o umiliata dallo strapotere di pochi. L'associazione Articolo 21 dà sin d'ora la sua disponibilità a condividere la proposta di legge e di sottoporla all'attenzione di tutti i parlamentari, al di la di qualsiasi logica di schieramento"».