Ecco come un professore di un Istituto Magistrale è diventato editore della campana Antenna Uno, sviluppando una formidabile passione per la radiofonia.

Ci sono professori che a scuola non hanno solo insegnato ma anche imparato. È il caso di Pietro Di Palma, editore della campana Radio Antenna Uno, che proprio dai suoi studenti dell'Istituto Magistrale di San Giuseppe Vesuviano ha potuto apprendere la passione per la radiofonia. “Alcuni ragazzi della mia classe si dilettavano come speaker a Radio Somma e più volte mi avevano invitato in studio - racconta - . Mai avrei immaginato ciò che sarebbe avvenuto dopo”.
L'entusiasmo dei giovani fu contagioso, ma fu soprattutto il fatto che avessero da soli creato un luogo dove ritrovarsi e confrontarsi il pomeriggio dopo la scuola a convincerlo ad accettare il compito di direttore artistico. Era il 1975 e dieci anni più tardi, con il rischio chiusura di Radio Somma, e quindi della perdita per i ragazzi del loro “covo culturale”, decise di acquistare le frequenze e di ampliarle fondendole a quelle di Radio Flash per dare vita a Radio Antenna Uno.
Era il 1986 e da allora ad oggi nulla è cambiato, a parte le generazioni di giovani che si passano la staffetta in onda. Radio Antenna Uno si definisce una “Radio per il sociale”, pronta ad appoggiare campagne di sensibilizzazione e prevenzione con spot a diffusione gratuita. “Il mio principale cruccio - dice Di Palma - è quello di non avere la possibilità di assumere giovani pur avendone la necessità”. Con l'avvio di Radio Antenna Due, che trasmette musica esclusivamente in lingua italiana, è infatti aumentato il bisogno di speakers e tecnici ma la mancanza di fondi non permette l'inserimento occupazionale di queste figure professionali.
“La Radio, come tutte le cose belle - commenta il professore - , purtroppo non si regge solo sulla passione”. Sarà, ma di sicuro ha contribuito notevolmente alla sua durata.