Che luglio, ragazzi! Sì, luglio, sia subito ben chiaro anche quest’anno, perché vale la pena di precisare subito che questo giornale che state leggendo è stato scritto in luglio e non in agosto. Il numero di settembre della rivista lo realizziamo infatti da anni in luglio, sempre facendo gli scongiuri affinché in agosto non succeda quel ‘cataclisma’ che rende subito vecchio anche il giornale del giorno prima. Lo diciamo, prima di tutto, per onestà verso i lettori e poi per giustificare in parten…
Che luglio, ragazzi! Sì, luglio, sia subito ben chiaro anche quest'anno, perché vale la pena di precisare subito che questo giornale che state leggendo è stato scritto in luglio e non in agosto.
Il numero di settembre della rivista lo realizziamo infatti da anni in luglio, sempre facendo gli scongiuri affinché in agosto non succeda quel 'cataclisma' che rende subito vecchio anche il giornale del giorno prima. Lo diciamo, prima di tutto, per onestà verso i lettori e poi per giustificare in partenza eventuali 'lacune'.
Ma ripartiamo da capo e, come dicevamo, vale la pena di notare come il luglio 2011 sia stato in qualche modo 'epocale', sì definiamolo così, perché lo merita. In contemporanea sono entrate in crisi o sono apparse in serie difficoltà infatti le tre Tv 'regine' di questo Paese. Vediamole in rassegna.
Sulle difficoltà della Rai non varrebbe la pena di insistere troppo: il compito di Lorenza Lei era difficilissimo in avvio ma, partita armata di molte buone intenzioni e forte di un decisionismo subito dimostrato, la nuova D.G. della Rai si è subito scontrata con una situazione politica complicata, con una volontà di stravolgimento radicale che non è sembrata tener conto di quanto sia complessa l'azienda pubblica, con una generica voglia di cambiare tutto, anche quel che funziona bene, che sembra poter andare ai danni del prodotto in onda, non si capisce ancora se anche sulla base di un 'mandato politico' o meno.
Perché - per scendere nel concreto - se è forse stato bene chiudere il contenzioso con Santoro, ci si domanda poi perché si debba anche rinunciare a un uomo che è sì spinoso da gestire ma da solo sosteneva anche un'intera rete (RaiDue), che adesso sembra proprio un'emittente in cerca d'autore (glielo troverà la Lei?).
E se Milena Gabanelli è ormai, per tanti, l'emblema dell'inchiesta in Tv, perché tutte quelle difficoltà ad assicurarle quella copertura legale che ha sempre avuto? E per carità di patria, stendiamo un velo su Saviano voluto e non voluto, il più grande successo della Rai degli ultimi anni spedito a La7, salvo riproporlo nell'autunno 2012 (ma come lavorano alla Rai? Ah, saperlo…).
Cose note e tristi, viene da dire, ma a Mediaset va forse meglio? Il Governo appare sull'orlo del baratro, come abbiamo visto in luglio e l'aria quelli della Borsa l'hanno fiutata subito, penalizzando il titolo di famiglia. Nulla di buono sul fronte pubblicitario, poi, sentenza Mondadori durissima 'a latere' e un prodotto in onda (si veda il nostro articolo di copertina) che appare 'datato', sia pure con belle reti digitali all'attivo e con il calcio come fiore all'occhiello.
Ma una Mediaset senza il suo primo azionista al Governo è una situazione (se ci sarà) tutta da verificare, né serve a molto, ci pare, l'esperienza analoga degli anni scorsi.
E Sky, terzo incomodo di questi anni? Veleggiava potente verso il digitale terrestre ma ecco che in poche settimane il suo padre padrone precipita (meritatamente, ci permettiamo di dire) nella polvere in Gran Bretagna, con la minaccia di situazioni simili nel resto del mondo ed ecco che la situazione economica del gruppo si complica assai, con soluzioni radicali ormai possibili, mentre il 'grande timoniere' di Sky Italia Mockridge è costretto da cause di forza maggiore a prestare soccorso alla centrale londinese e a lasciare di corsa la filiale milanese.
Sky è sempre forte e apprezzata dal pubblico, beninteso, ma questa situazione può crearle serie difficoltà nei prossimi mesi.
Tre gruppi televisivi protagonisti assoluti e tre storie 'difficili', insomma, in un luglio che non ha lesinato sorprese. Sembrerebbe, in teoria, perfetto per La7, dove capitan Mentana fa sventolare una bandiera che però, nonostante tutto, non sale più in alto di tanto e chissà se potrà salire davvero.
Ma più in difficoltà di tutti sono oggi le Tv locali, che il Governo, magari morente, continua a colpire con incredibile tenacia.
Sarà l'autunno del 'si salvi chi può'?