La censura del governo moldavo

Domenica scorsa in Moldavia, in seguito alle elezioni che hanno decretato la vittoria del Partito comunista già al potere, si sono scatenate proteste di piazza con assalti al Parlamento, ma la Tv di Stato non ha dato notizia degli eventi e le private sono state disturbate.

Sugli scontri di piazza che hanno fatto seguito alle elezioni in Moldavia di domenica scorsa si è abbattuta la censura del governo locale. Questi i fatti. Lunedì sera, un gruppo di studenti e giovani hanno organizzato spontaneamente una pacifica azione di protesta nel centro della capitale Chisinau per manifestare il disaccordo nei confronti dei risultati delle elezioni di domenica, ritenendoli risultato di falsificazioni.

Il 7 aprile, una manifestazione che ha coinvolto molte più persone, ha avuto avuto inizio alle 10 del mattino in Piazza delle Grandi Adunate Nazionali di fronte al palazzo del governo ed una parte di manifestanti ha assaltato i palazzi del Parlamento e della presidenza. La polizia ha fatto fronte utilizzando anche gas lacrimogeni, ma ha dovuto ritirarsi quando i protestanti hanno iniziato a lanciare pietre divelte dalla pavimentazione stradale. Gruppi di giovani hanno superato la linea di difesa costituita dalla polizia e, entrati nell'edificio, hanno buttato dalle finestre fotografie del presidente Voronin e documenti prelevati dall'ufficio del presidente stesso. Gli assalitori sono riusciti a raggiungere la cima dell'edificio e da lì hanno sventolato le bandiere della Romania e dell'Unione Europea, per prendere poi d'assalto il Parlamento.

Nell'edificio parlamentare i manifestanti hanno devastato completamente gli uffici situati al primo piano ed hanno iniziato a buttare fuori dalle finestre computer, stampanti, mobili e documenti, bruciandoli all'esterno del Parlamento.

Ma l'informazione, come dicevamo nel sommario, ha taciuto sugli eventi di Chisinau. In provincia arrivavano pochissime informazioni su quanto stava accadendo nella capitale moldava e quasi tutti i siti Web che trasmettevano in diretta dal centro della Capitale sono stati bloccati. La censura si è abbattuta in modo particolare sulla Radio e Televisione pubblica, controllata dal Governo, che ha taciuto sulle proteste, mandando invece in onda film e musica.

Anhe le private sono state messe a tacere: le trasmissioni sono state interrotte e il traffico dei cellulari era molto disturbato. Si potevano seguire le proteste solo tramite blog, Twitter, YouTube e Facebook. Il black-out è stato in vigore fino a mercoledì 8, con connessioni assenti o lentissime dai siti ad estensione che forniscono informazioni sugli eventi della Capitale.

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