La donna barbuta che ha vinto l’Eurovision Song Contest

Il trasgender austriaco Conchita Wurst vince – con una sentenza forse troppo ‘politicamente corretta’ – l’edizione 2014 dell’Eurofestival. Maluccio l’Italia, anche se tutto sembrava un po’ ‘forzato’, troppo da ‘effetti speciali’.

In questi ultimi anni l'Eurovision Song Contest mi sembra aver perso molto, trasformandosi in un carrozzone pop-melodico dove il trash la fa un po' da padrone e le scenografie e le coreografie hanno la meglio sui contenuti. E se cantanti come il montenegrino Sergej Cetkovic scelgono la propria lingua (Cetkovic è arrivato 19° ed era la prima volta che il Montenegro arrivava in finale) ormai tra tutti è una corsa all'eccentricità, come quelli che sono stati soprannominati i “Telubbies” islandesi, i Pollaponk o i francesi Mustaches (ultimi).

Anche sul vincitore, il trasgender Conchita Wurst si sono sprecate le parole; “segno di tolleranza” ma sembra anche una trovata (assolutamente riuscita) per colpire il pubblico. La stessa Emma Marrone, alla quale va il merito di avere cantato in italiano, tuttavia, con quella corona d'alloro dorata in testa ricordava vagamente la dissoluzione della Roma imperiale delle feste in costume organizzate dai politici e di cui si occupa anche Sorrentino nella sua “Grande Bellezza”.

Per non parlare dei diversi schieramenti geopolitici sullo scacchiere-palco dell'Eurovision Song Contest. Russia e Bielorussia, Paesi a tolleranza zero verso gli omosessuali, che si spendono contro Conchita, mentre c'era chi spingeva per fare vincere l'Ucraina come segnale di solidarietà, senza dimenticare le due cantanti gemelle russe fischiate.

Rimane comunque il fatto che l'Eurofestival è una trasmissione unica al mondo, seguita in media da 125 milioni di persone, su un palcoscenico ogni anno sempre più imponente, per il qualche si spendono milioni di euro (12 quest'anno, oltre 40 quelli spesi dall'Azerbajan nel 2012 per l'intera struttura).

In Italia la finale dell'Eurovision Song Contest 2014, andata in onda su una RaiDue sempre più musicale (oltre a 'The Voice', il docufi,lm su Vasco Rossi ecc.), con il commento di Linus e Nicola Savino è stata vista in media da 1.747.000 spettatori, con uno share dell'8,77%. Nel 2013, a seguire la finale del concorso ancora su Rai 2 erano stati 1 878 000 telespettatori, per uno share del 9,17%.


Infatti l'Italia è tornata qualche tempo fa dopo un'assenza di tredici anni, mandando alla disfida Raphael Gualazzi, poi Nina Zilli, Marco Mengoni e in quest'ultima edizione Emma Marrone. Nomi di spicco del panorama musicale italiano, ma con scenografie abbastanza sobrie per i cantanti nostrani, rispetto agli altri, e con una qualità superiore rispetto a quella tradizionale dell'Eurofestival, forse proprio per la paura di vincerlo. Perché vincere l'Eurofestival significa, per le Tv pubbliche, dover ospitare al costo di decine di milioni di euro, l'edizione successiva.

Nel 2015 toccherà dunque all'Austria.

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