Il 22 e 23 febbraio scorsi si è tenuta, presso il nuovo spazio di produzione culturale di Milano definito “Fabbrica del Vapore” (in via Procaccini), la manifestazione “La Fabbrica dell’immaginario”,
momento di incontro, discussione e scambio di esperienze a livello internazionale sull'argomento del cinema digitale.
All'interno della manifestazione hanno trovato spazio alcune anteprime di film digitali, tra cui ha sicuramente spiccato "Time Code" di Mike Figgis, girato interamente in piano-sequenza e macchina digitale in spalla.
Diversi i workshop organizzati; forse i più interessanti e movimentati sono stati quelli tenuti da Dante Cecchin di TooMotion sulle nuove apparecchiature per la ripresa digitale ad alta definizione (HDCAM 24p-CineAlta della Sony) e l'affollato momento d'incontro tenuto dal premio Oscar per gli effetti speciali Scott Anderden sui "dietro le quinte" della grande produzione cinematografica americana.
Da questa "due giorni milanese del cinema" è apparso come l'utilizzo del digitale e le nuove tecnologie stiano cambiando radicalmente il modo di fare cinema, velocizzandone tutti gli aspetti; l'industria cinematografica sembra abbia dovuto incassare il forte colpo di dover repentinamente mutare "l'antico" modo di fare cinema, modificando tutto, dal finanziamento alla produzione, dalla distribuzione alla differente percezione di un film da parte del pubblico.
Altrettanto velocemente sembra però stia emergendo una generazione di giovani filmakers che, in sintonia con queste moderne tendenze, produce valanghe di nuovi progetti digitali; il tutto, tuttavia, in un mercato saturo, che riesce a malapena a gestire le produzioni attuali.