L’impresa tentata da Claudia Mori e ‘avallata’ (pare per volontà di Del Noce) da Rai Fiction è stata di quelle ‘terribili’: raccontare la malattia mentale e la personalità, fra protesta, rivolta e sogno, di Franco Basaglia. Ma il risultato è stato positivo…
Convince la fiction su Franco Basaglia “C'era una volta la città dei matti”, incentrata sulla vita e il lavoro dello psichiatra Franco Basaglia, che hanno poi portato alla legge 180 sulla chiusura dei manicomi. Certo, scrivere per lo schermo la vita e l'opera di un personaggio così discusso anche a 30 anni dalla sua morte era rischioso, e qualche sbavatura c'è stata (come il fatto che non venisse reso facile agli spettatori capire quanti anni passassero nel corso della fiction o una forse eccessiva semplificazione sulla sua linea di pensiero sulla cura dei malati mentali) ma a volte rendere divulgabili certi temi costringe gli autori e gli sceneggiatori a procedere un po' “con l'accetta”.
La fiction ha comunque portato a un pubblico vasto un problema come il disagio mentale, tuttora fonte di sofferenza per molte famiglie e può forse aiutare ad approcciarsi in un modo diverso e più aperto nei confronti di questo problema.
La fiction, girata in buona parte al San Giovanni di Trieste dove lavorò Basaglia (prima ancora a Gorizia), è comunque riuscita, se si considerano le difficoltà legate alla natura del tema e del personaggio trattato, che incarnava e faceva parte anche di quell'ondata di cambiamenti sociali che travolsero il mondo alla fine degli anni '60 e negli anni '70.
La sceneggiatura era valida e l'interpretazione di Gifuni (Basaglia) buona come l'accento veneto del protagonista e 'giuliano' di molti degli attori, alcuni dei quali veri pazienti di centri di salute mentale (93 le comparse). Nella narrazione della vita professionale di Basaglia si intrecciano anche casi personali, drammi familiari che forse sovraccaricano un po' la narrazione ma comunque non cancellano il tema centrale, ma piuttosto lo integrano.
La regia di “C'era una volta la città dei matti” è stata di Marco Turco e la produzione per Rai Fiction della Ciao Ragazzi di Claudia Mori (cui va riservato un plauso per il coraggio nella scelta del tema della fiction), la messa in onda su RaiUno domenica e lunedì. Nella prima parte domenica sera questo è stato il programma più visto del prime time con 5 milioni 442mila spettatori, mentre il talent show di Canale 5 “Amici” si è 'fermato' a 4 milioni 920mila. Nella seconda parte invece la fiction è stata superata dal Grande Fratello che ha fatto 27.92% di share e 6,384 milioni di spettatori, mentre il film di Turco ha totalizzato 5,9 milioni di spettatori per uno share del 21.05%.