La grande corsa di Sky

Editoriale aprile 2014 –

Ne elle ultime settimane è successo un po’ di tutto, compresa l’alleanza Telecom Italia Media – Gruppo L’Espresso per i mux digitali e, insieme, l’accordo fra Telecom Italia e Sky (senza rinunciare a quello di Sky con Fastweb, che viene anzi rilanciato) per portare l’ormai ‘poderosa’ mole di contenuti della pay-tv di Murdoch anche sulle reti ultrabroadband con fibra ottica per cui la compagnia telefonica investirà 9 miliardi di euro in 3 an…

Ne elle ultime settimane è successo un po’
di tutto, compresa l’alleanza Telecom
Italia Media - Gruppo L’Espresso per
i mux digitali e, insieme, l’accordo fra
Telecom Italia e Sky (senza rinunciare
a quello di Sky con Fastweb, che viene anzi
rilanciato) per portare l’ormai ‘poderosa’ mole di
contenuti della pay-tv di Murdoch anche sulle reti
ultrabroadband con fibra ottica per cui la
compagnia telefonica investirà 9 miliardi
di euro in 3 anni, in alternativa (per la
prima volta in modo ‘sistematico’)
al satellite. E, pensandoci, questa
è proprio una novità di gran
conto, perché da una parte
permette a Sky di svincolarsi
da un mezzo di diffusione di
grande qualità e di buona
diffusione ma che richiede
comunque l’installazione
di un parabola e un decoder
‘dedicato’, mentre dall’altra la
disponibilità futura di una rete
terrestre di grande velocità e qualità
- che permetterà naturalmente non solo
la Tv ma anche comunicazioni telefoniche e
Internet in tutte le sue infinite varanti - dà l’idea
che si possa andare oltre gli attuali numeri di Sky,
che non a caso si propone sempre più come una
‘grande Tv generalista di qualità superiore’.
Ciò significa che Sky non rinuncia ad alcun genere
Tv (con i talent in primo piano ma le serie subito
dopo, si veda l’avvio di Sky Atlantic), togliendo
dunque spazio alle generaliste, ma allo stesso tempo
realizzando effettivi investimenti in qualità produttiva
e anche tecnologia (HD ormai sistematico, 3D,
ecc.), in modo da ‘giustificare la spesa’ del pubblico
pagante e contemporaneamente da costringere tutte
le altre emittenti a una faticosa rincorsa.
Fateci caso: non c’è giorno, ormai, che per un motivo o per l’altro, Sky non sia
protagonista delle notizie del nostro settore: l’ultimo colpo di grande rilievo è
l’accordo con Paolo Sorrentino, che consentirà al gruppo di Zappia di fregiarsi
dell’apporto di un freschissimo Premio Oscar per una produzione di fiction.
Il fatto che mentre tutto ciò accade l’asta delle frequenze digitali che il Governo
aveva finalmente avviato trovi un solo gruppo interessato (l’accorto Cairo) la
dice lunga su come non sia certo solo nell’etere terrestre il futuro della Tv ma
molto più probabilmente proprio nel definitivo legame con
Internet, realizzando quella IPTV che finora aveva
cercato con fatica una strada per farsi notare, in
mezzo ai colossi via etere e via satellite. E le
possibilità saranno davvero notevoli, se si
pensa che c’è anche la proposta Sky per
chi voglia vedere la Tv in mobilità (e pare
siano tanti, stavolta, altro che DVB-H!) e
la possibilità di vedere quel che si vuole
quando si vuole, con Sky on demand.
Non stiamo tessendo le lodi di Sky - sia
ben chiaro - , anche perché questa corsa
forsennata del gruppo comporta anche il
sacrificio di diversi canali ‘secondari’ non
di proprietà e la mesta chiusura di una rete
‘pregiata’ come Babel la dice lunga su quale
strada sia stata imboccata, un percorso che non
ammette ‘tenerezze’ né ‘distrazioni’.
Quello che volevano segnalare in queste note era
invece come tutto il mondo della Tv sia in grande fermento
e Sky stia perseguendo una sua pesantissima strategia, con la quale tutti gli altri
devono per forza fare i conti. Sarà per questo che Mediaset ha tentato l’azzardo
acquistando a caro prezzo i diritti della Champions League? Certo qualcosa
deve succedere anche dalle parti di Cologno: Mediaset Premium non può
reggere il ritmo imposto da Sky, a meno che davvero non si costituisca una forte
intesa nel campo della pay-tv (e magari non solo) con altri operatori del settore
a livello internazionale, che consenta anche un’alleanza con quella Spagna dove
domina invece l’incertezza e le mosse di Mediaset devono essere molto attente,
per non farle correre il rischio di finire emarginata.
Ci sarebbero moltissime altre cose da dire ma lo spazio è finito. Per ora basti
segnalare che tutto è in moto nella Tv italiana, per la prima volta dopo molti
anni.

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