La “grande protesta” del CARTv

La giornata di protesta contro le decisioni del Governo in tema di Televisione tenuta dal Coordinamento Associazioni Radio Tv.

Clima davvero incandescente, presso l'Hotel Nazionale di Roma (il 28 giugno scorso), per la conferenza stampa di vibrante protesta, promossa dal CARTv, Coordinamento Associazioni Radio Tv, al quale aderiscono: REA (Radiotelevisioni Europee Associate), Conna, CNT-Terzo Polo Digitale e CRTL, Comitato Radio Tv Locali.

In apertura, Antonio Parisi - portavoce di CARTv - ha spiegato che il medesimo Coordinamento Associazioni Radio Tv si oppone fermamente alla decisione del Governo di porre a carico del settore televisivo locale l'espropriazione di nove frequenze (comprese tra i canali 61 e 69), da mettere poi all'asta tra gli operatori di telefonia mobile di quarta generazione, nota anche come LTE, Long Term Evolution.
Parisi ha altresì evidenziato che l'indennizzo governativo previsto per le imprese costrette a chiudere battenti (240 milioni di euro, cifra equivalente al 10% del presumibile ricavo economico derivante dalla vendita delle 9 frequenze) è assolutamente ridicolo, in confronto agli ingenti investimenti effettuati dalle locali per la conversione in digitale dei propri impianti.

“Ho poi sentito dire - questo ancora il pensiero di Parisi - che il Ministero Comunicazioni prevederebbe un parametro di indennizzo pari a 45 centesimi di euro per ogni abitante dell'area geografica servita dall'emittente espropriata. Conti alla mano, ciò significherebbe penalizzare fortemente le imprese con piccoli bacini, facendo sì, per esempio, che una locale caratterizzata da un target di 200mila abitanti sia risarcita con appena 90mila euro, insufficienti - probabilmente - persino a pagare le sole indennità di liquidazione dei quattro dipendenti assunti per legge!”.

Dopo un rapido intervento dell'Onorevole Carlo Monai, dell'Italia dei Valori (il quale ha assicurato l'interesse del proprio partito per mantenere alto il valore della pluralità delle voci), è stata la volta di Antonio Diomede, Presidente REA. Battagliero come al solito... anzi, più del solito, Diomede ha sostenuto senza peli sulla lingua che l'attacco alle locali deriva da un progetto finalizzato ad accentrare i mezzi di comunicazioni nelle mani dei “soliti pochi”. I quali potrebbero utilizzare gli stessi mezzi in maniera impropria ed arbitraria, ai danni del sistema democratico del Paese.

«In Italia - ha precisato meglio l'oratore - stiamo assistendo alla scalata definitiva per il controllo del terzo potere dello Stato (quello mediatico), attraverso la concentrazione di Radio, Tv e carta stampata. Pertanto, a nome di CARTv, rivolgo un caldo appello al Capo dello Stato, affinché i provvedimenti di legge - sul tipo del Decreto 34/11 - riguardanti i mezzi trasmissivi siano attentamente vagliati, onde evitare possibili ricadute negative sulla libertà dei cittadini e, in particolare, sul diritto di informazione. La REA si batterà fino in fondo per la difesa di questo fondamentale diritto, invitando anche tutti gli associati al CARTv a ricorrere alla Corte Costituzionale per chiedere l'abrogazione dei provvedimenti intrapresi dal Governo Berlusconi contro le locali».

Terminata... l'arringa del Presidente REA (Diomede è un ingegnere ma spesso si infervora... da avvocato!), è stata la volta di Costantino Federico, Presidente di CNT-Terzo Polo Digitale nonché editore del circuito televisivo nazionale Retecapri. Federico ha posto l'accento sulla dipendenza delle Tv private dalle società di produzione e distribuzione televisiva che fanno capo al soggetto dominante delle comunicazioni. A detta dell'oratore, anche le televendite e la pubblicità sono controllate dal medesimo soggetto egemone che, se lo ritiene opportuno, può mettere in difficoltà il resto del comparto, determinando le regole del mercato.

Infine, Giacomo Bucchi, responsabile di CRTL, allineandosi alle posizioni di Diomede, ha a sua volta promesso battaglia.
«Ricorreremo contro questa “espropriazione” - sono state le promesse di Bucchi - in tutti i modi consentiti. Per iniziare, nell'ambito del CARTv siamo tutti d'accordo di presentare al Capo dello Stato un appello, rilevando l'assoluta incostituzionalità del provvedimento governativo. State tranquilli: di certo, le frequenze non le molleremo facilmente!».

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