Dopo il successo della replica di ‘Un'altra vita’ di Cinzia TH. Torrini, la regista ripropone una miniserie con protagonista Vanessa Incontrada su RaiUno, ieri sera e stasera.
‘Anna e Yusef’ è la storia di una Anna italiana (la Incontrada) e di uno Yusef tunisino, coppia felice e con una figlia, Nadira. Anna è una fisioterapista che lotta contro i pregiudizi di familiari e conoscenti per via del suo amore per Ysef. Yusef ha lasciato il suo Paese per studiare Ingegneria in Italia e ha rotto con i suoi familiari proprio per venire in Italia ed ha fatto una bella carriera nell’azienda dell’ingegner Borghetti.
Ma un banale incidente porta Yusef in Questura e, in seguito a una verifica su una situazione vecchia di sette anni, viene sospettato di associazione di stampo mafioso. Da questo momento ha soltanto quindici giorni per evitare il provvedimento di espulsione che determinerebbe il suo rimpatrio. Tutti i suoi sogni si infrangono, perde il lavoro e con l'aiuto di Anna va alla ricerca di chi lo ha accusato ingiustamente. La ricerca di una persona che potrebbe essere stata scambiata per Yusef lo porta da una ex fidanzata a Castel Volturno, dove viene a contatto con la realtà della clandestinità e del caporalato.
La fiction ha una storia che giunge alla messa in onda nel momento ‘ideale’ (lo diciamo un po’ cinicamente) per questo tipo di tematiche e vuole affrontare vari problemi molto attuali: l'immigrazione, le coppie miste, il caporalato e lo sfruttamento dei migranti.
Ma i temi (come nel caso dei centri occupati dai clandestini o del caporalato) vengono abbastanza ‘sorvolati’ e sono trattati con una certa superficialità o sulla base di luoghi comuni. A dominare sono i sentimenti, le ‘scene madri’, i ‘colpi di teatro’ di facile effetto, a ottenere (diciamo così) un effetto ‘fumettone’ che strizza l’occhio agli ascolti (che infatti sono stati discreti, se non buoni).
Vanessa Incontrada ha fatto miglioramenti nella recitazione ma a far dubitare è il personaggio di Yusef. In base alla storia arriva in Italia come clandestino e da clandestino vive, abitando in case occupate ai margini della società, per poi diventare uno studioso e un professionista ‘in carriera’ migliore degli italiani. Stupisce quindi la sua ingenuità quando viene accusato o la sua caccia al vero colpevole che lo porta a Castel Volturno. La facilità con cui trova Jasmine, la donna che potrebbe aiutarlo, è poi veramente disarmante.
La sceneggiatura punta sulle ‘scene madri’, sui sentimenti, su una sceneggiatura ai limiti del credibile ma che punta anche sul ‘politicamente corretto’ (il migrante buonissimo e innamorato che viene perseguitato solo perché la ha pelle scura). Verrebbe da dire che il problema è troppo grande e serio per affrontarlo così, ma questo tipo di fiction finisce sempre per pagare e anche stavolta la mano di Cinzia TH Torrini e la presenza della ‘star’ Incontrada non hanno mancato di funzionare.