‘La mafia uccide solo d’estate’ arriva dritto al cuore e alla testa del pubblico televisivo

La nuova serie ‘La mafia uccide solo d’estate’ ha debuttato lunedì 21 novembre su Rai Uno in prima serata. Soddisfatte le aspettative per un prodotto che ha saputo arrivare dritto al cuore e alla testa del grande pubblico televisivo e che ha vinto la sfida degli ascolti con 6.390.000 spettatori

C’era grande attesa per la prima puntata della nuova serie televisiva ‘La mafia uccide solo d’estate’, tratta dall’omonimo film di Pif, che ebbe un enorme successo nel 2013. Tanta l’attesa e naturalmente alte le aspettative, peraltro ampiamente soddisfatte. Pif, che di questa serie ha curato solo il soggetto, ha passato il testimone della regia a Luca Ribuoli, che lo ha però fortunatamente saputo raccogliere bene, alternando saggiamente la leggerezza e il sapore tragico che accompagnavano alcuni momenti del film e che erano tanto piaciuti al pubblico.

Lo spirito del film non viene quindi tradito dal nuovo format, ma anzi viene  sottolineato e ampliato dalla possibilità di raccontare più fatti e descrivere ancora meglio non solo i protagonisti della storia, ma anche i personaggi secondari, la città di Palermo e i fatti di mafia. La bellissima scrittura e sceneggiatura sono di Stefano Bises, Michele Astori e Michele Pellegrini.  A differenza del film, la fiction non si concentra solo ed esclusivamente sul giovane protagonista, Salvatore Giammaresi, ma su tutta la sua famiglia, mettendone in scena i problemi, le debolezze e i desideri che si intrecciano, spesso inconsapevolmente, con i misfatti di Cosa Nostra.

L’idea di fondo di Pierfrancesco Diliberto (Pif) è sempre stata quella di voler smontare il potere della mafia prendendola un po’ in giro. E così anche nella fiction, la carta vincente è proprio la leggerezza del racconto e l’inconfondibile voce narrante di Pif che dà un buon ritmo e tanta personalità alla fiction, accompagnando magistralmente sia i momenti più divertenti che quelli più tragici, senza mai eccedere in toni troppo gioiosi o viceversa troppo cupi. 

La nuova serie racconta le vicende quotidiane di una famiglia di Palermo negli anni '70: anni duri in cui si cercava di vivere normalmente mentre per le strade imperversava la mafia e mentre era carente persino l’acqua (esilaranti, se non fosse per la tragicità sottostante, le scene in cui la famiglia improvvisamente rimane senz’acqua e si deve finire di lavare con le scorte nei catini lasciati perennemente nella vasca da bagno). Nella prima puntata si fa conoscenza di tutta la famiglia Giammaresi composta dal padre Lorenzo (Claudio Gioè), dalla madre Pia (Anna Foglietta), dal piccolo Salvatore nonché protagonista (Edoardo Buschetta) e dalla sorella Angela (Angela Curri, già conosciuta in Braccialetti Rossi). Tutti eccellenti e credibili gli attori: particolarmente interessante e riuscito ci è sembrato il personaggio della sorella maggiore di Salvatore, una ragazza di 16 anni che riesce a farci sorridere dolcemente di tutte le sfaccettature emotive di un’adolescente inquieta, ma ancora ingenua, alla scoperta di se stessa e del femminismo in Sicilia. Così come ci è piaciuto molto il giovane Massimo, fratello di Pia (Francesco Scianna), eterno giovane scanzonato, per cui tutto è possibile e che non pensa proprio alla mafia. È a lui, infatti, che viene affidata la famosa frase che condizionerà l’infanzia di Salvatore, ossia che “La mafia non esiste e che a Palermo si muore solo per le femmine”.

Altro personaggio importante, anche se solo accennato ieri sera, ma che avrà sicuramente sviluppi rilevanti nella storia, è il frate Giacinto, interpretato da un bravissimo Nino Frassica, che dovrebbe essere la guida spirituale della famiglia ma che invece invita all’omertà e alla codardia: geniale la frase “il sapere è un atto di presunzione” che il frate dice a Lorenzo quando costui è tentato dal confessare alla polizia di aver visto la macchina degli assassini di Filadelfio Aparo, un poliziotto della squadra mobile di Palermo, "archivio vivente" inviso alle cosche mafiose.

Particolarmente significativo nella prima puntata, per l’intreccio purtroppo sempre presente del potere mafioso con la vita normale di tutti i giorni, lo spezzone della scelta della nuova casa della famiglia Giammaresi: tutto nasce quando i genitori scoprono che il piccolo Salvatore ha letto il libro della sorella ‘Porci con le ali’, diario sessuo-politico di due adolescenti scritto nel 1976, che fece scalpore per il linguaggio esplicito e la descrizione di scene intime e dalla necessità quindi di avere due camerette separate per i figli. L’episodio, divertente ma anche tristemente amaro e commevente, vede la famiglia entusiasta per aver finalmente trovato un appartamento nel nuovo complesso in costruzione nella periferia palermitana. I Giammaresi sognano di avere stanze separate, avere l’acqua calda per farsi il bagno tutti i giorni o farsi la barba senza problemi, ignari però del fatto che dietro all’impresa edilizia ci sono i malaffari mafiosi di Don Vito Ciancimino, uomo della DC che a quell’epoca aveva le ‘mani sulla città’ e costruiva ovunque violando qualsiasi piano regolatore.

Nei primi due episodi compaiono anche Totò Riina (Domenico Centamore) alle prese con i favori dello stesso Ciancimino, ma soprattutto con le difficoltà della lingua italiana e il poliziotto Boris Giuliano (Nicola Rignanese) che, proprio come nel film, il piccolo Salvatore incontra in un bar mentre mangia pasticcini siciliani e gli dispensa consigli sull’amore.

Vogliamo sottolineare e fare nostre le parole di Pif che nella conferenza stampa di presentazione della serie, aveva affermato “di essere eccitato dal punto di vista partigiano, perché la lotta alla mafia è la lotta per la libertà" e di essere orgoglioso che "proprio la Rai, insieme alla casa di produzione cinematografica Wildside, avesse deciso di produrre la fiction e la mandasse in onda in prima serata facendo nomi e cognomi". Pif si era detto poi contento del fatto che la sua idea potesse andare in televisione: “perché più del cinema, la Tv riesce ad arrivare in tutte le case”. E stando agli ascolti, sembra ci sia arrivata davvero: ‘La mafia uccide solo d’estate’ ha vinto la serata con 6.390.000 spettatori, pari al 22.27% di share, nel primo episodio, e 5.560.000 spettatori nel secondo episodio.

Pubblica i tuoi commenti