La nuova situazione di Cinecittà

Ecco l’articolo apparso su ‘Il Sole 24 Ore’ di giovedì 28 agosto a firma di Marco Mele: «Nasce la nuova Cinecittà degli imprenditori privati. Le novità sono molte: Cinecittà Studios, la società a maggioranza privata che aveva in gestione gli studi, aumenta il capitale a favore dell`azionista pubblico, Cinecittà Holding, che le conferisce il ramo d`azienda finora dato in affitto agli Studios. Gli immobili e marchio restano di proprietà della holding pubblica ma sono concessi agli Studios con un r…

Ecco l'articolo apparso su 'Il Sole 24 Ore' di giovedì 28 agosto a firma di Marco Mele:

«Nasce la nuova Cinecittà degli imprenditori privati. Le novità sono molte: Cinecittà Studios, la società a maggioranza privata che aveva in gestione gli studi, aumenta il capitale a favore dell`azionista pubblico, Cinecittà Holding, che le conferisce il ramo d`azienda finora dato in affitto agli Studios.

Gli immobili e marchio restano di proprietà della holding pubblica ma sono concessi agli Studios con un rinnovo automatico di nove anni in nove anni. Lo Stato, in qualche modo, esce di scena.

Il nuovo Piano triennale di Cinecittà Studios, inoltre, prevede l`ingresso della società in veste di coproduttore nelle grandi produzioni internazionali e una joint venture con un`azienda multinazionale per la post-produzione.

È andato in porto il completamento della privatizzazione degli studi di Cinecittà, a dieci anni dall`ingresso dei privati nella gestione dei teatri sulla via Tuscolana.

Un`operazione preparata con il precedente governo, in particolare con Francesco Rutelli, ministro dei Beni e delle Attività Culturali, e, dopo le elezioni, portata a termine con il consenso di quello in carica e del ministro Sandro Bondi, azionista unico di Cinecittà Holding.

Gli accordi sono stati formalizzati a fine luglio, dopo aver ottenuto nei mesi precedenti il "sì" dai sindacati.

L`assetto societario del gruppo risulta profondamente mutato.

Nasce, innanzitutto, Italian Entertainment Group (IEG), una nuova società, formata dai quattro soci privati di Cinecittà Studios (Diego Della Valle, Luigi Abete, la famiglia Haggiag, Aurelio De Laurentiis) e da una quota pari al 15% detenuta dalla partecipata Cinecittà Entertainment, che ha rilevato la precedente partecipazione negli Studios del gruppo Cecchi Gori, del quale era creditore.

Alla nuova società fanno capo le partecipazioni in Cinecittà Studios, in Cinecittà Entertainment e, altra novità di rilievo, quella in FilmMaster, leader italiano nella produzione di filmati pubblicitari, attivo anche nei grandi eventi e nella produzione televisiva, nel quale il gruppo IEG avrà una quota diretta del 10% al momento della conversione del prestito obbligazionario interamente sottoscritto dai soci privati di Cinecittà Studios.

«È un`operazione - spiega Luigi Abete - che va nell`interesse dell`azienda e dello sviluppo dell`intero settore. È importante, in Italia, che sia cominciata con il precedente Governo e che venga conclusa con l`attuale».

Tutto nasce dalla scadenza, nel 2016, del contratto d`affitto a Cinecittà Studios del ramo d`azienda- attrezzature, persone, avviamento - da parte di Cinecittà Holding. «Volevamo dare stabilità - continua Abete - all`assetto della società quale condizione per il suo sviluppo. Andando avanti nel tempo, infatti, le parti sarebbero divenute via via sempre più prudenti nell`effettuare gli investimenti necessari alla competitività degli Studios. Era opportuno affrontare il problema con uncongruo anticipo».

E allora il capitale di Cinecittà Studios passa a 23 a 35 milioni di euro, con l`apporto da parte della Holding di tutte le attività e le passività del ramo d`azienda, valutate dai periti nominati dal Tribunale. «Dieci anni fa l`operazione dell`ingresso dei privati non è stata realizzata così - spiega Abete - , perché vi erano preoccupazioni nel mondo del cinema, che non hanno consentito una privatizzazione a 36o gradi. Quella che, nei fatti, si è realizzata in questa seconda fase».

Con l`aumento di capitale, Cinecittà Holding sale fino al 49% negli Studios: sono però stati sottoscritti patti parasociali secondo i quali la Holding pubblica potrà tornare, entro un anno, alla quota del 25%.

Il Piano di sviluppo riguarderà in prima istanza il rafforzamento dei servizi offerti dagli Studios (con fiduciosa attesa degli effetti positivi, in termine di produzione estere che scelgano l`Italia e Cinecittà, anche degli incentivi fiscali previsti dalla Finanziaria 2008 e, alla fine, confermati dall`attuale esecutivo, grazie all`interesse del ministro Bondi) ma anche lo sviluppo di nuove attività. Una sarà l`investimento in coproduzioni di «respiro internazionale e con dimensioni significative»: l'aumento di capitale servirà a questo scopo, con la previsione di investirvi alcuni milioni di euro l`anno.

L'altra previsione del Piano è la valorizzazione internazionale delle attività di post-produzione, attraverso una joint venture che porti risorse finanziarie aggiuntive e consenta di rivolgersi al mercato mondiale. «Il passaggio al digitale ci ha trovato preparati in tecnologie e professionalità - continua Abete - ma il livello d`investimento necessario per essere sempre più competitivi richiede un mercato che non può essere solo quello nazionale».

Quanto al marchio e agli ímmobili, «il prestito rinnovato automaticamente ci consente d`investire, nei prossimi tre anni, per ammodernare gli studi, potendo ammortizzare tale investimento nei decennio successivo, mentre Cinecittà Holding sarebbe stata frenata dai limiti alla finanza pubblica e dagli indirizzi ministeriali».

Nella strategia di Abete, che sottolinea di «non avere alcuna intenzione di lasciare Bnl», ma di voler dedicare più tempo a Cinecittà una volta finito il mandato come presidente dell`Unione Industriali di Roma, Cinecittà Studios resta centrale, «perché ha nel proprio Dna l`internazionalizzazione, e sta facendo crescere un management che ha una cultura internazionale. Domani, tali capacità potranno svilupparsi anche nell`interesse di altre collegate al gruppo».

Se nel XX secolo, continua Abete, «gli stampatori crescendo sono diventati editori, nel XXI gli editori possono svilupparsi nell`intrattenimento culturale, in un settore a forte componente internazionale e territoriale. L`Entertainment culturale è una grande direttrice di sviluppo del nostro paese - insieme all`internazionalizzazione della media impresa del Made in Italy mavede una domanda in crescita rispetto a un`offerta ancora debole e frammentata, con dei leader che hanno scelto una filiera verticale e non orizzontale, collegata al territorio».

«Ecco - conclude Abete - , Italian Entertainment Group nasce sul territorio: Cinecittà, con la sua identità, è Roma e Mondo, insieme capitale della cristianità e Caput Mundi. Se il progetto ha successo a Roma, può essere "gemmato" in altre città».

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