È Milano 2015, partita da poco in digitale nel bouquet di Telenova, e considerata vicina al sindaco di Milano Letizia Moratti. Ma il direttore Roberto Poletti non è d’accordo e alle critiche ribatte così…

Il 5 luglio ha iniziato le sue trasmissioni Milano 2015, una Tv digitale completamente dedicata alla città di Milano. Il nome è tutto un programma, perché nel 2015 arriverà la grande Esposizione Universale. E perché, sempre nel 2015, se gli elettori la riconfermeranno nel 2011, Letizia Moratti sarà alla scadenza del suo secondo mandato di Sindaco di Milano.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, dipartimento Comunicazione, ha dato l'autorizzazione a trasmettere. L'idea è quella di creare uno spazio sul digitale (appoggiandosi al canale 12 del digitale terrestre di Telenova) nel quale trasmettere filmati live e - in seconda battuta - anche dirette.
Telenova non c'entra, naturalmente, le è stato pagato solo l'affitto di quella che in gergo viene definita la “capacità trasmissiva” su un canale televisivo digitale. In altre parole, il prezzo annuo per occupare tre magabyte.
Il logo del canale è accattivante. Una grande emme gialla in campo nero, sovrastata da un'immagine stilizzata del Duomo. Sotto, la scritta a caratteri cubitali: Milano 2015.
A dirigere la neonata televisione è stato chiamato Roberto Poletti, famosissimo conduttore di Telelombardia e di Antenna 3 Lombardia, indicato ultimamente da Enrico Mentana quale “giovane collega” che porterebbe al Tg di La7.
Secondo i detrattori, Milano 2015 sarà un vettore promozionale per la prossima campagna elettorale dell'attuale sindaco di Milano, ma il neodirettore Roberto Poletti smentisce:
“Molti giornalisti chiamano Milano 2015 “TeleLetizia” non so perché, dal momento che è una Televisione che non è di proprietà del sindaco ma di un'associazione (Milano fuori dal comune) formata da imprenditori milanesi, alcuni dei quali vicini al sindaco”.
Ma cosa dire a coloro che ti hanno definito, riprendo il titolo di una tua trasmissione, non più 'cane sciolto' ma 'cane con guinzaglio'?
“Siamo nell'era del digitale, io volevo sperimentare un nuovo modo di fare Televisione; anziché farlo da TeleLombardia e Antenna 3, con cui peraltro continuo a collaborare, ho voluto provare a dirigere un canale fuori dagli schemi normali, un canale che racconti la città, con molti servizi live in presa diretta. Quello che di solito viene tagliato dai giornalisti io lo manderò in onda. Un modo corretto di fare informazione. L'associazione Milano fuori dal Comune, dopo avere preso in affitto il canale da Telenova, aveva due alternative: fare una Tv commerciale o una Tv comunitaria, con meno obblighi di legge, più snella. Si è optato per questa seconda via. Quindi la pubblicità sarà ridotta all'osso, Milano 2015 camperà grazie a pochi soldi, io intervisterò anche esponenti dell'opposizione, rispetterò la par condicio. Spesso, peraltro, ho avuto idee contrarie rispetto a quelle del sindaco; Milano 2015 vuole essere la Tv della città che cambia in vista dell'Expo, non la Tv del sindaco. Abbiamo risorse per un anno, sono stato contattato da questa associazione che mi ha chiesto come avrei immaginato un canale, io gli ho risposto e loro mi hanno offerto la direzione”.
E come immagini questo canale?
“Lunghe interviste, lunghe passeggiate in giro per la città, presto faremo le dirette talk-show, un rullo 24 ore su 24, un nuovo linguaggio televisivo. Con me porterò molti giovani giornalisti free-lance, non voglio giornalisti già affermati, voglio delle figure complete che sappiano filmare, montare, fare di tutto, con tanta voglia di lavorare e di imparare. Non farò mai una Tv asservita al potere né al sindaco; per me è una sfida e anche per l'Associazione che gestisce Milano 2015. Il rapporto con Letizia Moratti è buono ma, quando c'è da criticarla non esito a farlo. Così è sempre stato ad Antenna 3 Lombardia, a TeleLombardia, a Radio Lombardia e dalle colonne di 'Libero'”.
Del resto non si sa mai dove va a parare Poletti, che è sì un anticomunista, “ma nemmeno un allocco da credere nei miracoli del Pdl o della Lega”. Possiamo ben dire che Poletti sta alla Moratti come Funari stava a Berlusconi.
Le sorprese non sono finite. Del resto con Poletti e da Poletti c'è da aspettarsi di tutto.