Ieri sera è andato in scena il commiato di Emilio Fede dal suo Tg4, brevi parole emotive in coda a un Telegiornale di cui era stato il ‘padrone assoluto ‘ per qualcosa come 23 anni.
Ha parlato a braccio in un filmato registrato. “Se preparavo qualcosa rischiavo di commuovermi” - ha detto Emilio Fede nel breve editoriale di addio ai suoi spettatori del Tg4, che è andato in onda a chiusura del Tg delle 19 di ieri sera. E nel suo saluto al pubblico ha parlato appunto di saluto, non di un addio; potrebbe tornare in onda, insomma, chissà come, chissà quando.
Aveva il volto tirato ed era palesemente emozionato, appariva anche improvvisamente vecchio, senza il solito maxitrucco che gli consentiva di andare in onda tutte le sere a quasi 81 anni. Quelle parole, così attentamente calibrate e frutto forse di lunghe trattative con l'azienda, da una parte erano per i telespettatori che l'hanno seguito per tanti anni nonostante tutto (diciamo così), dall'altra volevano essere un'accettabile via d'uscita per un rapporto con Mediaset che si era, forse non tanto improvvisamente incrinato, sull'onda dei tanti fatti (nuovi) di questi ultimi mesi.
A pensarci, come non considerare un po' umiliante quel breve editoriale emotivo “d'occasione”, collocato anche in fondo a un Tg condotto con la solita tranquilla professionalità da Marina Dalcerri (il 'volto buono del Tg4', verrebbe da dire).
Ma come? Quello era il 'suo Tg delle 19' (che partiva sempre un po' prima, peraltro), quello che conduceva da capo a fondo da tanti anni, attaccando impavido qualunque nemico di Berlusconi, maltrattando spesso anche i suoi redattori e inviati, sbagliando di proposito i nomi dei 'nemici' di sinistra, facendosi multare regolarmente dall'Authority, specie nei periodi elettorali per il palese e enorme squilibrio fra lo spazio concesso al Governo (Berlusconi) e quello riservato (si fa per dire) alla stramaledetta opposizione. Era il Tg delle 'bandierine' collocate sulle regioni conquistate dal Centro-Destra, una macchina da guerra che (nonostante il comunicato del Cdr del Tg4 letto sempre ieri sera) riesce difficile immaginare come reale 'servizio per il pubblico'.
E ora tutto finiva così, con un filmatino emotivo in coda allo stesso Tg4 e quattro parole registrate per non lasciare proprio la notizia solo agli altri? Sic transit gloria mundi, viene da dire, e quando meno te l'aspetti, succedono cose che proprio non immaginavi.
Le foto che escono sui siti di tutti i quotidiani, peraltro, ritraevano ieri Fede ancora nel suo ufficio di Segrate, con il pullover blu, semibarricato.
Cosa abbia portato al licenziamento dell'ormai ex direttore del Tg4 a favore di Giovanni Toti (che aggiunge la direzione del Tg4 a quella di 'Studio Aperto') è poco chiaro. Fede doveva uscire dall'azienda il prossimo luglio ma rimandava da mesi l'amaro calice e prendeva tempo, fino a far dubitare che accettasse di andarsene davvero. Fino a pochi giorni fa Fede parlava di un programma di approfondimento, di una buonuscita, ma alla fine, dopo l'improvviso epilogo di mercoledì sera (con Berlusconi alla partita del Milan) le cose sono andate diversamente. Tutto è finito unilateralmente, con un comunicato dell'azienda molto stringato, ufficiale e asettico.
Pur potendo contare (forse) sull'appoggio della famiglia Berlusconi, fede certamente non era gradito ad altri settori dell'azienda Mediaset (subito si pensa a Confalonieri), che da tempo dimostravano insofferenza verso quel giornalista che ultimamente non aveva dimostrato neppure una gran fedeltà all'amico Silvio (vedi il caso Ruby e la presunta cresta sui soldi prestati a Mora e anche i commenti sullo stesso Berlusconi nelle intercettazioni). Di qui le voci improvvise sui suoi soldi che dovevano finire in Svizzera e infine la rottura.
Sempre i rumors parlano poi di un colloquio con Berlusconi senior nel quale sarebbe stata trovata un'exit strategy.