Succederà poco di nuovo – tanto per cambiare – nel campo della Televisione e dei media in Italia dopo l’esito delle elezioni regionali, in buona misura favorevole alla maggioranza di Centro-Destra. Le conseguenze si vedranno soprattutto alla Rai, che ri ette da sempre immediatamente ogni movimento nel mondo politico. Prima delle elezioni a Viale Mazzini la tensione era a mille e nello stesso DG Masi sembrava covare un desiderio di resa dei conti definitiva con Santoro (soprattutto), sulla scia d…
Succederà poco di nuovo - tanto per cambiare - nel campo della Televisione e dei media in Italia dopo l'esito delle elezioni regionali, in buona misura favorevole alla maggioranza di Centro-Destra. Le conseguenze si vedranno soprattutto alla Rai, che ri ette da sempre immediatamente ogni movimento nel mondo politico.
Prima delle elezioni a Viale Mazzini la tensione era a mille e nello stesso DG Masi sembrava covare un desiderio di resa dei conti definitiva con Santoro (soprattutto), sulla scia dei propositi anche del Premier, già espressi con chiarezza nelle intercettazioni dell'inchiesta aperta a suo tempo a Trani.
Superata la fase dell'arrabbiatura, dovuta anche alla consueta dimostrazione di “personalità” da parte di Santoro, che è riuscito a trasformare in un evento mediatico proprio la sua assenza forzata dal video prima delle elezioni (e senza fare passi falsi che gli costassero 'punizioni' da parte dell'azienda), le cose sembrano poi aver preso una piega più ragionevole e si suppone che 'Annozero' riuscirà a portare a termine la sua stagione. Poi in autunno si vedrà, evidentemente.
Ora, a parte ogni altra considerazione, a dimostrazione che questo Paese non cambia quasi mai, bisogna ricordare che il problema della presenza di Santoro sulla Tv di Stato è in campo da tanti anni (ricordate il 'Michele chi?' di Siciliano ben più di 10 anni fa e il breve esilio a Mediaset dello stesso Santoro?) e che l'ossessione di Berlusconi di toglierlo dal video risale al famoso editto bulgaro, seguito dall'effettiva scomparsa di Santoro dalla Tv, che però ebbe come conseguenza una sua breve esperienza politica in sede europea e poi le sentenze giudiziarie (invero singolari anomale) che sanciscono per la Rai “l'obbligo di trasmetterlo”.
Tutto questo per dire che se a distanza di tutti questi anni siamo ancora a Berlusconi che vuole eliminarlo costi quel che costi, al DG che con varie modalità cerca di accontentarlo, a un preoccupante coinvolgimento dell'Agcom, a un Santoro che in fondo se la gode, perché alla fine trova sempre la strada per rimanere al centro dei giochi, non è che abbiamo fatto molti passi in avanti, a occhio e croce.
Rispetto a prima in effetti una novità alla Rai c'è ed è la realtà (triste e pesante) di un Tg1 fortemente schierato come quello che Minzolini sta portando avanti, un colpo serio rispetto alla tradizione della testata ('governativa' sì ma anche sempre 'misurata') e anche (ci sia permesso) rispetto a normali criteri di 'deontologia giornalistica'. Chi segue il Tg1 sa come ormai sia diventato pratica quotidiana dedicare una bella fetta del Tg a notizie insulse e 'frivole' (tipo 'quanto gli italiani si lavano le mani') che anche rotocalchi dediti ai gossip probabilmente sceglierebbero di ignorare.
Il Tg1 invece le cerca sempre queste notizie-non notizie e il risultato è un Telegiornale che ha perso una buona fetta della sua credibilità.
Ci siamo dilungati sulla Rai ma c'è un'altra partita importante che si sta giocando in queste settimane ed è quella della possibilità o meno per Sky di competere nell'ormai determinante campo del digitale terrestre.
Murdoch - si sa - non ama perdere e qui in Italia invece, pur essendosi imposto grazie alla sua potenza di fuoco e alla forza di un 'impero mondiale', sta rischiando di perdere soldi rispetto a una Mediaset arrembante che fa sponda, naturalmente, con Palazzo Chigi.
Ma se Berlusconi è sempre in sella - deve aver pensato Murdoch -, si sa che in sede europea non è un leader molto amato e che la sua politica dei media, con la tendenza a favorire la sua stessa azienda, non è certo ben vista. Questo potrebbe creare un clima favorevole allo 'sconto' rispetto agli impegni di Sky di non competere nella DTT nell'immediato. Sky sa che questo potrebbe voler dire perdere il treno e sta spingendo con forza sull'Europa. Berlusconi (e il viceministro Romani) provano a resistere ma la partita al momento ha un esito davvero incerto.