Appare più vicina la fusione tra Stream Tv e Telepiù e l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato italiana non dovrebbe chiedere (salvo sorprese) l’attribuzione del relativo “dossier”.
A confermarlo è il fatto che l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato italiana non dovrebbe chiedere (salvo sorprese) alla Commissione Europea di valutare il dossier sulla fusione fra le due pay-tv. Intanto i primi segnali che arrivano dal Commissario Europeo alla Concorrenza Mario Monti (lunedì si è svolto un lungo incontro a Bruxelles) appaiono incoraggianti. Se ne saprà di più entro il mese.
Bruxelles - lo ricordiamo - può decidere di trasferire in Italia la competenza sull'istruttoria antitrust sull'operazione di fusione tra Stream e Telepiù solo in risposta a una richiesta dell'Authority italiana. Richiesta che non è stata inoltrata e che appare allo stato improbabile, anche se non tutto è scontato e lo scenario potrebbe ancora cambiare.
L'operazione consiste, per riepilogare, nell'acquisizione da parte di NewsCorp e Telecom Italia, che controllano Stream, della concorrente Telepiù dal gruppo francese Vivendi. E tra gli altri argomenti del momento, una delle principali sfide che attendono il probabile nuovo operatore unico di televisione digitale - Sky Italia - riguarda lo sviluppo delle attività della cosiddetta televisione interattiva (Itv).
Altrove in Europa lo sviluppo del mercato della televisione a consumo e della tv interattiva è stato individuato come una delle modalità principali per gli operatori di tv a pagamento digitali per aumentare la spesa del singolo abbonato. In Italia invece sia Stream che Telepiù hanno messo a punto un bouquet di canali Itv più o meno ampio, concentrato per lo più nell'area delle informazioni di servizio e dell'intrattenimento in generale, ma non hanno individuato nell'interattività una fonte primaria per la generazione del fatturato. Un altro problema, anche se non certo il maggiore, per Rupert...