Ecco i contenuti della prima relazione al Parlamento, presentata dal nuovo presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò il 21 luglio scorso alla Camera.
Il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò ha presentato il 21 luglio scorso alla Camera la sua prima relazione annuale al Parlamento. Per conoscere meglio quanto ha detto ripubblichiamo di seguito la puntuale 'sintesi' comparsa sull'ultimo bollettino della Frt 'Radio & Tv notizie":
"Molti i punti toccati: dall'evoluzione del sistema delle comunicazioni - di cui è stata evidenziata la rilevante crescita di mercato grazie soprattutto alla diffusione delle linee di accesso a larga banda (5,6 milioni gli attuali utenti) e alla telefonia mobile - al settore televisivo, dalla radiofonia alla carta stampata, dai compiti riorganizzativi al ruolo del nuovo Consiglio, alla legge Gasparri, che, secondo il Presidente Calabrò, in alcune sue parti rischia di essere già superata dalla continua innovazione tecnologica.
Per quanto attiene al settore televisivo, nella relazione del Presidente dell'Autorità viene evidenziata la perdurante situazione di concentrazione in capo ai due principali protagonisti, Rai e Mediaset, ai quali vanno poco meno di tre quarti dei ricavi del sistema, anche se si va consolidando la presenza di Sky quale terzo attore, con una quota delle risorse di circa il 19%, costituita prevalentemente da abbonamenti, e con un significativo incremento in termini di share.
In crescita (2 per cento dei ricavi) il gruppo La7, mentre l'incidenza delle altre tv (sostanzialmente le emittenti locali) è del 5,3% nel 2004.
In compenso, secondo il Presidente Calabrò, "l'evoluzione tecnologica dei mezzi di diffusione sta cambiando le carte in tavola, fornendo le premesse per un maggiore pluralismo e per l'apertura del mercato a nuovi soggetti. Ed è al digitale che si deve questa svolta. Una svolta rivoluzionaria, almeno potenzialmente".
Nella relazione è detto che l'Autorità avrà un ruolo importante nel disegnare l'assetto normativo della definitive transizione dalla televisione analogica a
quella digitale; e a tal fine "sarà l'approvazione del programma di attuazione dei piani di assegnazione delle frequenze che scandirà tempi e modi di un razionale passaggio al digitale, tenendo conto della
volontà del Governo e delle Regioni - Sardegna e Valle D'Aosta prime di tutte - di anticipare lo spegnimento del sistema analogico".
Secondo il Presidente Calabrò (poi), la Radio, grazie alle sue caratteristiche di portabilità, economicità e straordinaria penetrazione, mantiene un trend consolidato, sia in termini di audience che di (sia pur contenuta) raccolta pubblicitaria. Con i suoi 37 milioni di ascoltatori giornalieri e grazie alla qualità elevata dei suoi programmi informativi, di intrattenimento e culturali, "la radio rappresenta un formidabile strumento al servizio dei cittadini e del Paese"... "Ma la radio digitale è ancora in grave ritardo. La causa è quella stessa che ha costituito finora la forza della Radio: la limitatezza dei mezzi economici".
Vi è preoccupazione negli operatori per la potenziale riduzione, a seguito della convergenza tra Tv, Tlc e informatica, a due soli protagonisti: le reti televisive e quelle mobili. "Si tratta - secondo il Presidente dell'Autorità - di preoccupazioni connaturate alle fasi di cambiamento tecnologico, che debbono, nei limiti del possibile, trovare garanzie di una regolamentazione certa e tecnologicamente neutrale". E a tal fine l'Autorità ha adottato, nel marzo scorso uno specifico regolamento per favorire lo sviluppo della radiofonia digitale...".