La protesta dei lavoratori della Orbit

I lavoratori della Orbit e le loro famiglie manifesteranno oggi di fronte all’ambasciata dell’Arabia Saudita.

Oggi alle ore 10 i lavoratori della Orbit e le loro famiglie si recheranno presso l'Ambasciata dell'Arabia Saudita a Roma in Via G. B. Pergolesi 9 per effettuare un sit-in di protesta contro la paventata chiusura della televisione satellitare.

La pay-tv satellitare Orbit,di proprietà del gruppo saudita Mawarid, ha trasmesso dal 1993 da Roma un bouquet di circa 40 canali televisivi tematici e 20 radiofonici su 23 Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, impiegando lavoratori di nazionalità diverse, ma con una forte maggioranza di italiani e arabi.

Da più di un anno un processo di ristrutturazione ha visto il trasferimento della maggior parte delle attività produttive in altre sedi del gruppo. Al momento attuale è stata richiesta la cassa integrazione guadagni per 92 dipendenti fino al prossimo 20 febbraio. Il timore dei lavoratori è che si stia andando verso la chiusura definitiva.

I dipendenti che rischiano il posto di lavoro sono circa 200 e con loro rischia di chiudere la prima televisione satellitare digitale del mondo. La sede romana, infatti, è stata all'avanguardia nel panorama mondiale della Tv digitale, dopo aver lanciato appunto nel '93 il primo bouquet digitale satellitare, finché la proprietà saudita, secondo il comunicato dei lavoratori della Orbit Communications Company Italia, «non ha deciso di smantellare oggi la stazione e liberarsi dei lavoratori dopo più di dodici anni di servizio di alta competenza e professionalità.

Per questo motivo i dipendenti hanno deciso di chiedere l'intervento delle istituzioni italiane e saudite affinché questo patrimonio di competenze professionali e tecnologie avanzate presenti sul territorio - che fanno ormai parte integrante dell'industria dell'audiovisivo di Roma e del Lazio - non vada perduto».

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