C’è aria di bufera nella sede Rai di Milano, una situazione difficile che si tramuterà in uno sciopero il prossimo 9 novembre.
Tra le ragioni della proclamazione dell'astensione dal lavoro in questione, la mancata risposta dei vertici Rai al problema di risollevare da uno stato di declino il Centro di produzione milanese e i difficili rapporti, successivi alla nomina del nuovo Cda e del nuovo direttore generale, tra le rappresentanze sindacali della sede di corso Sempione e i vertici della Tv di Stato.
Sulla questione Andrea Corbella, membro Cgil della Rsu Milano, in un'intervista a Ilte.net ha affermato che "nel 2001, dopo un incontro con la direzione milanese, raggiungemmo un accordo. L'azienda si era impegnata a non diminuire l'organico a tempo indeterminato che nel 2001 era di 774 unità. L'impegno non è stato mantenuto, oggi siamo già scesi a 737 unità e nel 2004 si prevede un ulteriore taglio di 39 posti di lavoro, tra l'altro perdendo delle figure professionali di rilievo".
Il secondo, gravoso problema è legato al mai effettivamente avvenuto trasferimento di RaiDue (cosa peraltro prevedibile e da noi prevista nei msi scorsi, mentre altri festeggiavano non si sa bene cosa...). Solo le scrivanie del direttore Antonio Marano e di alcuni dirigenti della rete sarebbero così state traslocate da Roma. Il resto appare più che altro una vuota polemica fra partiti politici.
"Volendo tralasciare altri risvolti - ha aggiunto Cordella - , si può notare sul versante dell'autonomia una Milano che risente di un bavaglio asfissiante ed è ovvio che in queste condizioni il destino del nostro Centro è assolutamente segnato".