La Tv di Stato considererà la telepromozioni come qualcosa di diverso dallo spot, come già fanno Mediaset e Tmc, e potrà in questo modo spostare alcuni blocchi pubblicitari da fasce orarie poco vantaggiose ad altre che procurano introiti maggiori.
Qualche settimana fa - a quanto si dice - il Direttore Generale della Rai Cappon aveva inviato una lettera interna ai dirigenti e ai funzionari Rai informandoli che i cali di ascolto degli ultimi mesi avevano portato a un inevitabile calo delle entrate pubblicitarie e che, in qualche modo, bisognava trovare una soluzione al problema.
Di qui la decisione (almeno a prima vista piuttosto 'spregiudicata'), scritta in una delibera sui palinsesti pubblicitari che il Cda Rai ha approvato giovedì scorso, di non mettere più sullo stesso piano spot classico e telepromozioni, facendo si che queste ultime possano sfuggire ai vincoli dell'affollamento orario.
Già da qualche tempo le regole sugli affollamenti pubblicitari venivano considerate un 'vestito troppo stretto' dai vertici Rai e adesso arriva questa decisione, che vede modificarsi in modo rilevante quantità e distribuzione degli spazi, con l'evidente scopo di costituire un almeno momentaneo palliativo ai problemi economici dell'azienda.
Va ricordato che sul tema delle telepromozioni in passato ci sono state guerre feroci, con Mediaset (allora Fininvest) sul banco degli imputati e la sinistra all'attacco; il paradosso è che ora la Rai a gestione 'filo-ulivista' si schiera, più o meno, sulle posizioni che furono allora del gruppo privato di Berlusconi.
Manca intanto il regolamento dell'Authority sulla pubblicità: le prime indiscrezioni in merito delle scorse settimane (con possibile 'allargamento' delle maglie per le Tv private) non avevano fatto altro che creare un fuoco di sbarramento sul tema, rimandando qualsiasi decisione a tempi più opportuni.
E soprattutto sul tema degli affollamenti pubblicitari è naufragato di recente - va ugualmente ricordato - il disegno di legge 1138.
A corredo di queste edificanti notizie va detto che, secondo altre indiscrezioni, un altro 'escamotage' potrebbe permettere alla Rai di interrompere i film una volta in più, grazie ad un calcolo lordo dei tempi.
"É giunto il momento di rivendicare pari dignità con le emittenti private" - ha commentato in proposito Stefano Balassone, membro del CDA.
Appunto...