La Rai si muove: per andare dove?

 

Diciamolo pure. La Rai sarà anche in moto, si starà anche muovendo, ma in quale direzione è tuttora un enigma. Ancora alcune settimane e sarà un anno dal momento della nomina di Antonio Campo Dall’Orto a ‘super-direttore generale’ e di Monica Maggioni a presidente dell’azienda.

In Rai però di nuovo si è visto finora poco, la svolta decisionista di un dirigente che ha poteri che finora nessuno aveva avuto a Viale Mazzini è sempre attesa, ma resta tuttora misterioso quale Rai lo stesso Campo Dall’Orto abbia in mente. Se poi ce l’ha, perché insomma, se l’importante era prima di tutto segnare una piccola svolta politica, in senso renziano, della Rai, quella mossa - possiamo anche dirlo - è già avvenuta con successo, con le nomine dei direttori di rete, prima di tutto (e la Bignardi a Raitre ne sembra essere l’emblema), e ora la conferma è attesa con la nomina dei nuovi direttori dei Tg, sempre imminente e sempre finora rinviata. Ma stavolta ci dovremmo essere vicini.

 

Quanto ai palinsesti, siamo naturalmente ancora alle prime mosse ma siamo anche al dunque, perché in giugno è attesa la consueta presentazione al mondo della pubblicità della Rai d’autunno, quella che dovrebbe evidenziare appunto la presunta ‘svolta’.

In autunno sarà poi già stato pagato quasi tutto il canone nella nuova versione nella bolletta elettrica e qui vedremo da una parte come reagirà la gente all’obbligo di pagare ‘la tassa più odiata’, mentre dall’altra avremo un’idea di quanto realmente andrà alla Rai in più con il nuovo sistema di riscossione. Un ‘regalo’ che la Rai dovrà però pur meritarsi, a meno che il Governo davvero non pensi a una ‘compensazione’ togliendo all’azienda un po’ di pubblicità. Ma alzi la mano chi può dire di aver capito cosa cambierà alla Rai e quali siano le intenzioni del Governo in tema di ‘sistema televisivo’.

Così siamo ancora alle prese con i temi della Convenzione Stato-Rai e del contratto di servizio, in apparenza astrusi come pochi ma invece sostanziali per dare una concretezza al famoso ‘servizio pubblico’. Dopo la proroga della Convenzione e i tavoli di lavoro stile Leopolda da cui sono scaturite una serie di proposte, ecco che adesso il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato un questionario sul “servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale” rivolto ai cittadini, i quali possono pronunciarsi sul futuro della Rai grazie a 36 domande che restano on line 45 giorni. I risultati saranno analizzati dall’Istat a luglio e raccolti in un documento di sintesi che accompagnerà la nuova bozza di Convenzione tra lo Stato e la Rai, prevista per la fine del mese di ottobre.

Insomma, anche qui si vedrà in autunno.

 

Nel frattempo arriva al dunque qualche ‘nodo’, Verdelli prova a organizzarsi alla direzione editoriale delle news dopo varie tensioni e la ‘mossa falsa’ di Francesco Merlo, e lo stesso sta cercando di fare Gabriele Romagnoli allo Sport. Non senza tensioni, anche qui, come sempre accade quando qualcosa cambia. I nuovi vicedirettori sono Marco Franzelli, Donatella Scarnati, Marco Mazzocchi, Bruno Gentili e Claudio Valeri; non c’è più, dunque, il ‘veterano’ Iacopo Volpi.

In redazione c’è una certa insoddisfazione, al direttore è scappata una parolaccia a conclusione di un duro confronto interno e non manca chi non è d’accordo su deleghe, organizzazione del lavoro e anche sulla decisione di affidare il programma di seconda serata sugli Europei di calcio a Flavio Insinna, come se non bastassero nove mesi di ‘Affari tuoi’ tutti i giorni.

Il 19 settembre, intanto, dopo le Olimpiadi, si spegnerà Rai Sport 2 e ci sarà solo Rai Sport 1 HD. Per i programmi, invece, non sarà confermato ‘Il processo del lunedì’, resteranno ‘90° Minuto’, ‘La Domenica Sportiva’ e ‘Dribbling’.

 

Ha fatto molto notizia intanto l’annunciata soppressione dall’autunno di ‘Virus’ (l’ultima puntata sarà il 2 giugno) su RaiDue, ovvero - per capirci - ‘dell’isola del Centro-Destra’ in Rai. Non è mancato chi ha provato a evocare le epurazioni di Biagi, Santoro e Luttazzi, in realtà non si capisce semmai perché Nicola Porro avesse diritto a uno spazio così ‘politicamente orientato’ (basti pensare alla presenza di Bisignani come opinionista) su una rete pubblica, rimanendo oltretutto in contemporanea vicedirettore del ‘Giornale’, una situazione forse unica in Rai.

A Porro - a scanso di  tentativi di martirio - è stata offerta una trasmissione la domenica ma forse la cosa non andrà in porto, anche perché il giornalista è malamente scivolato sulla questione dei vaccini, con la bella idea di invitare a parlarne un noto esperto del tema come Red Ronnie. Clamore, polemiche e trasmissione di ‘riparazione’ giovedì scorso, ma anche un po’ di pubblicità (quasi ‘postuma’) per un programma che erano ben pochi prima a vedere.

 

Non è finita, perché intanto lascia la Rai quello che era stato indicato (tempo fa), a torto o a ragione, come il ‘primo renziano’ dell’azienda, ovvero l’amministratore delegato di Raicom Luigi De Siervo. “In questa straordinaria azienda ho trascorso un lungo e intenso percorso di vita professionale pieno di grandi soddisfazioni ma dopo tanti anni sento il bisogno di cercare nuove sfide” - ha detto De Siervo, peraltro manager apprezzato in azienda. Le voci vogliono di qui a poco De Siervo impegnato nel ‘normalizzare’ la ‘grana’ di Infront nel campo sportivo, un’azienda con troppo potere e che Bogarelli ha fatto diventare davvero un ‘grande fratello’ dello sport, costituendo alla fine un vero problema per l’intero sistema televisivo-sportivo.

Secondo altri, però, De Siervo sarà chiamato a mettere mano alla Lega Calcio, e insomma, se non è zuppa, è pan bagnato.

 

Nomina fatta al personale, infine, dopo che Valerio Fiorespino era scivolato sulla ‘questione Merlo’ (vedi prima).

Nuovo direttore delle risorse umane della Rai è Paolo Galletti, 49, anni, dal settembre 2014 direttore delle risorse umane di Italia, Centro Europa e Grecia di Accenture. Tutto bene, almeno qui? Macché. Galletti è l’ennesimo esterno alla Rai che arriva in posizioni di vertice nell’azienda e molti non hanno gradito. L’Usigrai è furibondo e presenta pure esposti all’Autorità Anticorruzione e alla Corte dei Conti. Ne vedremo ancora delle belle.

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