Cessano purtroppo le trasmissioni giornalistiche di un marchio storico della Tv catanese, da tempo finito nell’orbita del grande gruppo di Mario Ciancio: Telejonica, con Rete 8 Telesicilia Color.
Vediamo cosa ha scritto catania.blogsicilia.it:
“È un pezzo significativo della Tv catanese quello che (chiude) i battenti dopo 38 anni di attività: Telejonica chiude, la città perde una voce e purtroppo 14 persone il posto di lavoro.
E non sono parole di circostanza, adoperate con una scadenza che diventa sempre più ciclica in questo settore, perché questa tivù è stata un modello, un laboratorio, un piccolo polo di innovazione tecnologica e giornalistica a cui tutti hanno guardato con rispetto.
In questi anni i ragazzi di Telejonica, puntando sulla città di Catania, hanno anticipato di gran lunga il fenomeno glocal che poi si è radicato nei vari territori grazie al web ed al citizen journalism. Hanno scelto di parlare con il lattaio e dei problemi del lattaio diventando un punto di riferimento per la gente, per i consumatori di Televisione locale.
… Redazione e tecnici hanno ricevuto la visita del sindaco Enzo Bianco al quale il direttore Valeria Maglia ha riferito “di avere ricevuto dai catanesi mille attestati di stima, per telefono e via email”.
Non conosciamo le origini della crisi dell’emittente, ma se fosse ‘televisivo’, editoriale, allora ai tempi terribili che sta attraversando il settore ne seguiranno altri ancora più bui. Perché se c’è una cosa che a Telejonica hanno saputo fare è proprio la Tv locale”.
Ma per ricordare meglio l’intensa e pluriennale attività di questi sfortunati colleghi, con in testa Tony Zitelli e Valeria Maglia, ecco un’intervista a quest’ultima, apparsa su www.oggimedia.it, a firma di Salvatore Rocca:
“Direttore Maglia, partiamo dall'inizio, ovvero da quando vi è stato detto che avreste perso il vostro posto di lavoro dopo tre anni di contratto di solidarietà. Cosa è accaduto?
«Già i tempi del passaggio al Digitale Terrestre hanno in qualche maniera segnato un investimento di capitale che ha inciso sui bilanci di ogni realtà editoriale. Da quel momento noi di Telejonica e Rete 8 abbiamo iniziato un percorso con i contratti di solidarietà per cercare di sistemare la situazione. La proprietà non è riuscita, a suo dire per una serie di concause di mercato ed altre problematiche che il gruppo Ciancio sta affrontando, ad ovviare a questo ed ha deciso di chiudere definitivamente».
Nel vostro video di congedo con i telespettatori trasmesso su Telejonica e Rete 8 al termine di ogni edizione del TG8 avete spiegato che avreste continuato a lavorare con professionalità fino all'ultimo giorno. Con che animo state affrontando queste ultime ore di servizio?
«Innanzitutto io sono molto orgogliosa di tutti i miei colleghi e dell'intero staff di Telejonica e Rete 8. Lo dico come direttore e come collega perchè hanno lavorato fino all'ultimo giorno con la professionalità di sempre, nonostante nell'animo di ognuno di loro ci sia l'amarezza prima, ovviamente, per la perdita del posto di lavoro e poi la tristezza per la chiusura di una realtà editoriale che per 38 anni è stata, per un po', a turno, la famiglia di ognuno di noi».
Avete ricevuto il sostegno da parte dei cittadini e delle istituzioni locali?
«Siamo molto contenti degli attestati di partecipazione che la gente ha espresso nei nostri confronti. Sono rimasta commossa da molti cittadini che volevano addirittura fare una catena, una raccolta firme ed altre iniziative. Ovviamente noi li abbiamo ringraziati per il loro interessamento e lo terremo sempre nel nostro cuore. Un po' meno, devo dire, da parte delle istituzioni. A parte il sindaco di Catania, Enzo Bianco, che è venuto a trovarci in rappresentanza della città, molti politici che hanno approfittato ovviamente della visibilità della nostra testata giornalistica non si sono fatti vedere. È un classico, mi auguro però che da questo il cittadino prenda coscienza dello spessore politico di questi ultimi anni».
E da parte di altre emittenti e testate giornalistiche?
«Sì, davvero. Si sono mossi in tanti. Tutti hanno fatto girare il video che abbiamo prodotto, sia i comunicati dell'Assostampa sia del nostro sindacato. Devo dire che c'è stata una grande solidarietà».
Si è mosso qualcuno da parte dell'imprenditoria locale per tentare di salvare le due emittenti?
«Io questo non lo posso sapere, ma si può vedere dai risultati. Non si è salvato nulla. Se qualcuno ci ha provato io non lo so, posso solamente tenere conto del dato di fatto».
Non è la prima volta che a Catania un'emittente rischia la chiusura. Altre, come Telecolor, si sono salvate, Telejonica e Rete 8 invece no. Dove sta la differenza?
«Questa è una domanda che dovrebbe essere posta alla proprietà, non a me. Dovrebbero essere loro a dire dove sta la differenza».
Ma la crisi da sola può essere la giustificazione per spiegare la chiusura di un gruppo che lavora insieme da più di trent'anni?
«Io credo che in qualsiasi settore lavorativo la crisi sia un elemento di grande incidenza, ma non può essere sicuramente l'unico fattore per cui un'impresa o un'azienda chiude. Quando qualcosa finisce ci sono più responsabilità».
Voi di Telejonica e Rete 8 vi siete sempre dichiarati una voce libera e al servizio del cittadino e avete svolto egregiamente il vostro compito denunciando anche problematiche che altri non hanno avuto il coraggio di affrontare. Avete mai avuto la sensazione di dare fastidio a qualcuno?
«Dobbiamo chiarire. Noi non abbiamo scelto di occuparci del territorio per fare gossip o dare fastidio. Noi abbiamo scelto questa linea perchè abbiamo ritenuto che l'informazione dovesse essere al servizio della gente e della nostra realtà quotidiana. Noi ci siamo fatti portavoce di tutti quei cittadini che, ovviamente, non hanno spesso la possibilità di dire la loro. È stata una nostra scelta e resto convinta che questa sia comunque una scelta vincente al di là di come sono andate le cose. Non ho nessun rimpianto, semmai avrei dovuto farlo ancora di più. Se poi abbiamo dato fastidio in ogni caso abbiamo sempre avuto le risposte adeguate alle nostre domande. Non ci siamo neanche posti il problema se potevamo dare fastidio o meno. Non era questo il nostro obiettivo e non lo abbiamo mai considerato un problema e, soprattutto, un deterrente».
Cosa accadrà ai canali che resteranno privi dei loghi di Telejonica e Rete 8? Saranno assorbiti da altri o resteranno vuoti?
«Credo che per legge i canali di Telejonica e Rete 8 resteranno vuoti e saranno messi in vendita. Cosa succederà dopo non posso saperlo. Naturalmente credo che siano in vendita, cosa ne faranno la proprietà o il futuro imprenditore che, mi auguro, acquisterà questi due canali storici non posso saperlo. Semmai posso augurarmi che se un giorno ci sarà qualcuno che rileverà questi canali, che possa ricordarsi di chi li ha resi in qualche maniera noti sul territorio».
Avete già in mente se e come ripartire?
«Oggi una mia collega mi ha postato un tag nel quale c'era scritto che restiamo comunque giornalisti al di là del licenziamento e delle scelte degli altri. Continueremo e lotteremo per fare questo mestiere».
Quale messaggio vuole lanciare ai telespettatori?
«Quello che ho sempre detto in questi anni di lavoro, che ogni singolo cittadino deve contribuire nel suo piccolo al cambiamento e non derogare solo agli altri. Rischiamo altrimenti di restare sempre al punto in cui siamo. Questo concetto spinge ad una coscienza civica che spesso dimentichiamo di avere. Noi abbiamo cercato di destare la coscienza civica in ogni cittadino non solo per lamentarsi di cosa non va, ma anche per contribuire a migliorare le cose. La denuncia è sicuramente un grande passo avanti per non restare nel silenzio, ma deve anche essere accomunata al percorso civile di ognuno di noi. Se ci lamentiamo dicendo che la città è sporca e poi buttiamo le carte per terra, se ci lamentiamo degli incidenti stradali ma poi sorpassiamo sulle strisce continue, se ci lamentiamo della mancanza di verde e poi andiamo a rubare le piantine, se ci lamentiamo dei furbi che non fanno le code ma quando conviene a noi non le facciamo, alla fine tutto questo non farà il cambiamento. Una frase di Madre Teresa di Calcutta dice che quello che noi facciamo è solo una goccia nell'oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno. Anche il nostro piccolo contributo serve per cambiare qualcosa».
Negli ultimi anni avete visto un cambiamento da parte dei cittadini maggiormente disposti a denunciare ciò che non va?
«In molti in questi giorni mi hanno ricordato i cambiamenti avvenuti grazie ai nostri interventi, alle nostre videoproteste, alle nostre segnalazioni. Magari non avremo mai una targhetta con scritto “grazie a Telejonica e Rete 8” come fanno quelli del Lions e del Rotary, magari con il tempo qualcuno lo dimenticherà, ma io so comunque che il cambiamento c'è stato e a me basta. Io posso solo augurare a chi vuole fare questo mestiere di usare sempre la testa ed il cuore, senza mai scindere queste due componenti. È questo che fa la differenza. Ringrazio la vostra testata giornalistica per la vicinanza che ci avete dimostrato».
Oggimedia ringrazia il direttore di Telejonica e Rete 8 Valeria Maglia per la gentile intervista concessa, e augura a tutta la redazione le migliori fortune professionali con la speranza, un giorno, di poter rivedere i loro volti in tv alla guida di un nuovo progetto editoriale”.