La Regione Puglia potrebbe costituirsi al Tar a fianco delle locali nel ricorso per il ‘taglio delle frequenze’ in conseguenza delle possibili ‘interferenze con l’estero’. Secondo la Rea, “chiudere le Tv locali è un attentato alla democrazia”.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato dell'associazione Rea:
«Il Presidente della Regione Puglia Onofrio Introna, durante una trasmissione televisiva a reti unificate delle Tv pugliesi, ha risposto positivamente alla richiesta della REA sulla opportunità di costituirsi a fianco delle locali nel ricorso al TAR per l'annullamento della delibera 480/14/CONS che, in applicazione della legge 9/14, prevede lo spegnimento, entro fine anno, di 12 canali televisivi con la conseguente chiusura di 35 imprese con la perdita di oltre 1.000 posti di lavoro nella Regione.
Il Presidente Introna ha dichiarato che “la Regione non ha nessuna difficoltà a costituirsi con le locali” sia per l'interesse generale sul pluralismo radiotelevisivo sul territorio sia per la difesa del livello occupazionale. Alla diretta televisiva, realizzata negli studi di Canale 7 il 21 novembre scorso, è intervenuto il Presidente della REA, Antonio Diomede, il quale ha sottolineato il comportamento latitante del Sottosegretario Giacomelli che sfuggendo al confronto con le associazioni evidentemente conferma la poca voglia del Governo a occuparsi di un settore fortemente penalizzato dal conflitto d'interessi sulle frequenze.
A tal proposito, Diomede ha tenuto a precisare: 'Se non sarà revocato lo spegnimento dei 76 canali televisivi della dorsale siciliana e adriatica, sarà guerra aperta tra emittenti locali e Governo'. Nel ribadire che la soluzione al problema è squisitamente 'politica', la REA ha indicato in sei mosse ciò che il Governo dovrebbe fare: 1) assegnare alle locali almeno 1/3 della capacità trasmissiva coordinata da utilizzare primariamente nelle aree di confine; 2) utilizzare le frequenze non coordinate nelle aree orograficamente protette; 3) ripianificare con detti criteri; 4) assicurare il diritto d'uso di un programma a tutte le emittenti ex analogiche; 5) emettere nuovi bandi per l¹assegnazione della rimanente capacità trasmissiva non utilmente impiegata; 6) assicurare alle emittenti ex analogiche storiche LCN di seguito alle nazionali storiche.
Numerose interrogazioni sono piovute sul Governo, ma la più incisiva è la mozione presentata dal M5S, primo firmatario il senatore Alfonso Ciampolillo».