Come si possono difendere le piccole emittenti radiofoniche, alle prese con problemi spesso quasi insormontabili e con l’incessante crescita di reti e superstationsO Vediamo cosa è successo a Castel Goffredo, nel Mantovano…
"È una vita difficile - felicità a momenti - futuro incerto".
Questi non sono i soliti, illuminanti giudizi espressi dal solito, illuminato espertone finanziario in uno dei soliti, noiosissimi teatrini televisivi, ma le, ahimè, profetiche parole di una canzone-tormentone della meteora Tonino Carotone, sfrecciata assai rapidamente qualche estate fa nell'italico firmamento musicale.
Queste stesse parole, infatti, illustrano, con straordinaria efficacia, la situazione in cui versa attualmente la piccola emittenza radiofonica mantovana (le recenti dismissioni ne sono un esempio). A volte, però, accade che la tenacia e l'impegno di persone che ancora credono nella validità di questo mezzo possano capovolgere completamente la situazione, proprio come è accaduto, di recente, a Radio Alfa, storica emittente comunitaria di Castel Goffredo, le cui prime trasmissioni risalgono all'ormai lontano giugno 1977.
Nata per iniziativa del parroco di allora, Don Adriano, e di uno sparuto gruppo di ragazzini, Radio Alfa ha sempre vissuto grazie all'entusiasmo ed alla volontà dei numerosi collaboratori che si sono avvicendati, in tutti questi anni, nella sede di via Botturi. Grazie ai suoi programmi di iintrattenimento ed informazione locale (senza mai dimenticare, naturalmente, la propria matrice religiosa) la piccola radio dell'alto Mantovano ha saputo subito conquistarsi le simpatie degli ascoltatori di questa zona della provincia, al confine con il Bresciano, famosa in tutto il mondo per due particolari prodotti che proprio qui vengono realizzati con esemplare maestria: i collant (quello di Castel Goffredo è il primo polo produttivo al mondo!) e i corpi illuminanti (volgarmente definiti "fari") per lo spettacolo.
Purtroppo, con il passare degli anni, il settore della radiofonia locale ha profondamente modificato i propri assetti: tante piccole realtà sono progressivamente scomparse, fagocitate dall'espansione di Network e Superstations regionali, e chi ha resistito ha dovuto, giocoforza, inventarsi nuove soluzioni per non dover soccombere.
A questa "dura legge dell'etere" non è sfuggita neppure Radio Alfa, alla quale, dopo moltissimi anni di attività, lo spirito pionieristico dei primi tempi (quello dei contenitori delle uova incollati alle pareti al posto dei pannelli fonoassorbenti, per intenderci) ormai non bastava più: gli impianti di bassa e alta frequenza erano diventati obsoleti e fatiscenti, i costi di gestione aumentati esponenzialmente, i pochi introiti pubblicitari, consentiti dalla concessione comunitaria, del tutto insufficienti a garantire gli investimenti necessari alla prosecuzione delle trasmissioni.
Alla fine del 2001 la situazione era diventata talmente pesante che, dopo aver drasticamente ridotto i programmi (pur senza mai sospenderli del tutto), qualcuno, all'interno del gruppo di gestione, avanzò persino l'ipotesi di chiudere tutto e cedere le frequenze al miglior offerente (sembra quasi la sceneggiatura di "Radio Freccia").
A questo punto però, proprio come accade nei migliori fumetti d'avventura (e al contrario di quanto succede nel film del Liga) è iniziata, finalmente, la riscossa! Un gruppo di irriducibili volontari di Radio Alfa, improvvisamente, ha deciso di impadronirsi della situazione ("una specie di piccolo golpe") e, grazie all'appoggio concreto di moltissime aziende ed artigiani del luogo, nel volgere di alcuni mesi è riuscita a far risorgere l'emittente. Tutte le persone coinvolte nel salvataggio hanno contribuito, con encomiabile generosità, lavorando gratuitamente oppure donando soldi.
Purtroppo, in questo frangente, non è stato possibile evitare la cessione a terzi di una delle due frequenze utilizzate dalla radio (gli 88.600 MHz dalla postazione di Grole-Castiglione delle Stiviere, ora occupati da Viva Fm). Comunque, i nostri eroi, alla fine, ce l'hanno fatta e, dallo scorso mese di dicembre, Radio Alfa è tornata agli antichi splendori. Ora, nella rinnovata sede di via Botturi, la radio può contare su due completi studi di trasmissione e su un modernissimo sistema informatico di emissione.
Per il momento i programmi vengono irradiati sulla storica frequenza degli 88.800 MHz, dalla stessa sede, raggiungendo tutti i comuni limitrofi, sino alle porte di Desenzano; molto presto, però, il trasmettitore sarà spostato sulle vicine alture di Cavriana, da dove sarà possibile ampliare ulteriormente la zona illuminata. Dunque, come diceva Ten, il fido assistente di Nick Carter, "tutto è bene quel che finisce bene". Vivissimi complimenti a tutto lo staff di Radio Alfa per la tenacia dimostrata a difesa della loro "creatura" e, naturalmente, anche a tutti coloro che hanno sostenuto tangibilmente questa (è proprio il caso di dirlo) resurrezione.
Un esempio che, speriamo, faccia proseliti (Claudio Gatti).