Una di quelle notizie che non si vorrebbe mai dover dare: è morto nella sua Genova Alfredo Provenzali, la voce radiofonica della pallanuoto e del nuoto prima e poi anche il ‘mitico’ conduttore di ‘Tutto il calcio’ su RadioUno. Era ‘la classe’ al microfono.
Per chiunque la perdita di Alfredo Porvenzali è grande. Per un ligure, per di più sampdoriano, è ancora più grave. Provenzali è morto proprio il giorno del suo compleanno (avrebbe compiuto 78 anni) all'ospedale San Martino di Genova.
Genovese di nascita, del quartiere di Sampierdarena (quello dei doriani, appunto), ma originario dell'isola d'Elba, Provenzali avrebbe in realtà dovuto fare l'ingegnere marittimo, ma lo sport lo conquistò. Fece il suo debutto proprio proprio nello stadio genovese di Marassi.
È stato inviato per anni sui campi sportivi d'Italia e del mondo, ma la sua notorietà deriva soprattutto dalla storica trasmissione "Tutto il calcio minuto per minuto", a cui ha lavorato dal 1966 prima come cronista inviatao e poi come conduttore.
Giornalista "di una volta" sempre molto legato alla sua Genova, era preciso, corretto, senza mai una sbavatura, e con un motto. Infatti, Provenzali sul giornalismo d'assalto di oggi, sempre a caccia dello scoop, diceva: «Gli scoop possono fare del male alla gente. Se una notizia non ha tutte le conferme necessarie, è meglio non darla. Da questo punto di vista per me è stato di grande insegnamento».
Ma Provenzali era soprattutto un grande appassionato di nuoto e pallanuoto, sporto d'eccellenza della sua Liguria, e considerava una delle sue esperienze più belle il record dell'ora di Francesco Moser a Città del Messico, di cui fu testimone e cronista. Tra i tanti fatti che si legano al suo ricordo, la cronaca del record del mondo negli 800 stile libero di Novella Calligaris a Belgrado nel 1973.
Si dice fosse stato proprio lui ad affibbiare al grande giocatore della Pro Recco Eraldo Pizzo il soprannome “Il caimano”. Tifoso della Sampdoria, gran fumatore e in pensione (non senza rimanere a 'Tutto il calcio') dal 1998, lascia a Genova la moglie Marisa, ex insegnante, e la figlia Paola, giornalista sportiva al 'Secolo XIX'.
A loro dalla redazione di Millecanali le più sentite condiglianze, per la perdita di un grande cronista radiofonico (e televisivo), dalla voce bella e particolarissima, dallo stile inconfondibile.