La scomparsa di Annibale Persiani

È morto a 86 anni il fondatore e a lungo proprietario di TeleRomagna, un pioniere che aveva capito subito le potenzialità delle Tv locali, gestendo il mezzo con competenza e passione.

 

Di lui posso davvero dire: “l’ho conosciuto bene”. Sono ormai passati molti anni da quando, giovane giornalista che voleva occuparsi della sua passione, ovvero le giovani (a loro volta) Tv locali della sua regione (per poi passare a tutte le altre), mi imbattei fra le altre in quella Teleromagna di Forlì che nella sua zona (si sa che molti romagnoli si considerano da soli ‘regione’, diversa dall’Emilia) era già un mito.

E a Teleromagna mi trovai subito particolarmente bene, perché chi ci lavorava era tranquillo e simpatico, si capiva subito che qui si stava bene, che l’atmosfera era di quelle ‘giuste’, perché a passione e entusiasmo si accompagnavano una più che opportuna professionalità ma anche una giusta dose di modestia. Tutto merito di Annibale Persiani, appresi presto, perché era stato lui a fondare l’emittente in tempi pionieristici e poi a riuscire a farla crescere molto, non puntando solo sul folclore (che in Romagna vale tanto) ma anche sulla qualità delle produzioni e delle trasmissioni messe in onda, su un ottimo e capillare segnale, su collaboratori fedeli e appassionati come lui. Ricordo che la pubblicità allora - eravamo negli anni ‘80 - era davvero tanta e arrivava con facilità; gli inserzionisti crescevano con l’emittente, il pubblico dei telespettatori applaudiva idealmente e talvolta anche concretamente, quando ne aveva l’occasione.

L’incontro con Persiani fu folgorante: erano davvero in pochi ad avere la sua passione, competenza, entusiasmo, voglia di fare e assieme, una profonda onestà e la giusta dose di modestia, come dicevo, che gli derivava dall’essere un romagnolo vero, molto legato alla sua gente e alla sua terra, ma anche alla terra nel senso proprio di campagna, perché a Forlì esci dal centro e dopo poche centinaia di metri ti ritrovi in una zona di aie e di fattorie.

Diventammo amici, era fatale, mi presentò la moglie che aveva un mitico negozio di dischi proprio di fronte all’emittente (nel pieno centro di Forlì) e una volta conobbi anche la giovane figlia Pia, che oggi lavora nell’attuale Teleromagna, a non disperdere la tradizione famigliare.

Ci vedemmo non so quante volte, io lo tenevo sempre d’occhio perché sapevo che non stava mai fermo e infatti ne fece tante. Ricordo per esempio, l’epoca di ‘Issimo’, show complicatissimo da organizzare perché c’erano gare fra paesi di ogni tipo; il programma era stato per un po’ un successo della bolognese Telecentro, che però, malgrado la tanta pubblicità collegata, non aveva più voglia di portarlo avanti, a causa della sua troppo complessa gestione. Persiani non si perse d’animo: contattò lo staff (il bravissimo presentatore era nientemeno che Nando Pucci Negri, che aveva però l’handicap di aver sposato Annamaria Mussolini e per questo non poteva lavorare in Rai; la regista era Maria Perego) e face ripartire lo show dal suo teatro (aveva anche quello, all’epoca) di Forlì, attrezzato a studio Tv; siccome l’impegno era grosso e andava premiato, organizzò un’alleanza con una Tv emiliana di buon successo, la modenese Antenna 1, che ritrasmetteva la produzione nelle sue zone. Ma il programma era troppo spregiudicato e sexy per una Tv cattolica come Antenna 1: ogni tanto, sul tipo di ‘La bustarella’, usciva fuori un seno e l’alleanza così si ruppe quasi sul nascere.

Persiani però andò avanti lo stesso con ‘Issimo’, ricordo che negli studi di Teleromagna non avevo mai visto tanta gente all’opera e c’era pure il pubblico nel teatro a tifare per l’uno o per l’altro paese.

Fu quello il momento di maggior splendore, forse, dell’emittente, poi iniziò una lenta discesa che purtroppo sfociò in anni più recenti in una effettiva difficoltà, fino all’intervento nel 2004 del gruppo Pubblisole che ha raccolto il testimone e rilanciato Teleromagna, stavolta partendo da Cesena.

Nel frattempo, nel corso degli anni ’80 e 90’ era successo un po’ di tutto, perchè appunto Persiani non mollava mai: fu lui, per dire, a parlarmi per primo di Cinquestelle e dell’alleanza con la Rai, lui a intuire che ci si poteva alleare anche con la nascente Tv di San Marino, a cui collegò poi effettivamente Nuovarete, che era un altro suo progetto vincente, era il suo sbarco fuori dalla Romagna, a Bologna, Modena, Ferrara, fino a Rovigo. Intanto si era tolto pure altre soddisfazioni: aveva cercato di ridare una Tv a Ravenna con Teleravenna, era sbarcato sulla costa acquisendo Radio Rimini. Nel frattempo però era arrivata, inattesa, la concorrenza in casa, con la nascita di Videoregione di Tiziano Tampellini, che aveva cominciato proprio con lui.

Mi raccontava sempre le cose con passione e competenza, io gli spiegavo quel che avevo appreso lavorando a ‘Telepiù’, poi a ‘Buongiorno Tv’ e infine a ‘Millecanali’ e ci scambiavamo notizie e opinioni; era sempre curioso e mai sazio di notizie, fatti, personaggi Tv. Un grande uomo, con cui era bello stare, un esempio di passione e imprenditorialità, forte di una specchiata onestà e di un grande calore umano.

Gli anni passarono, io ormai ero fisso a Milano in redazione, avevo purtroppo un po’ perso di vista Teleromagna, ma Persiani non mi aveva certo dimenticato: ci rivedemmo in varie occasioni, stavolta a Milano, all’IBTS per esempio, finchè una volta, purtroppo lo vidi aggirarsi per la Fiera un po’ sperduto e con la vista annebbiata. Era un primo segnale di declino fisico (lui che aveva un fisico massiccio!) e infatti la vita lo portò poi a uscire dal mondo dell’emittenza, a lasciare la sua Teleromagna a Pubblisole, a ritirarsi nella campagna di Forlì, ma sempre a due passi dal centro.

Una vita ben vissuta, un uomo che ha lasciato il segno.

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