“La voce di De Mita in Rai”, “boiardo di Stato”, ideatore di “Check up” ma anche profondo conoscitore della Rai e suo valido ‘timoniere’. Sono tutte definizioni con le quali veniva descritto Biagio Agnes, morto all’età di 83 anni.
Parlare di Biagio Agnes, 'Biagione', non è facile. Uomo di personalità decisa e irruente, ha ricoperto ruoli importanti in Rai, soprattutto grazie all'appoggio del suo “mentore” e corregionale Ciriaco De Mita, negli anni in cui la Dc era il partito alla guida del Paese.
Con De Mita Agnes ha condiviso, oltre alla nascita (entrambi sono nativi della provincia di Avellino), l'appartenenza politica, ben sfruttata insieme alla propria intelligenza per assumere incarichi dirigenziali in Rai, anche se lui, pur essendosi sempre dichiarato sostenitore della “balena bianca”, della Dc alla fine non ha mai preso la tessera.
Cresciuto professionalmente come collaboratore al “Giornale dell'Irpinia”, al “Giornale di Napoli” e al “Quotidiano dell'Azione Cattolica” fino a diventare caporedattore di “Cronache Irpine”, è entrato alla Rai a Napoli nel 1958, dove è stato caporedattore e poi ideatore del primo programma di medicina in Tv, il celebre “Check up”.
La sua successione a Willy De Luca (altro democristiano 'di valore' della Rai scomparso prematuramente) alla direzione generale della stessa Rai era stata appoggiata proprio da De Mita nel 1982: Agnes fu poi riconfermato nell'85 e mantenne l'incarico fino al 1990.
Oltre al fatto di essere un uomo di potere legato alla Dc, Agnes è ricordato anche per avere ingaggiato la Carrà e Baudo con contratti miliardari (personaggi poi strappati alla Rai da Fininvest) e per la sospensione dell'intervista programmata da Enzo Biagi con Gheddafi in piena crisi libica (dopo il bombardamento di Lampedusa), oltre ad avere assegnato invece ecumenicamente la terza rete Rai al Partito Comunista, garantendo l'ascesa del direttore Alessandro Curzi al Tg di RaiTre.
Ma della Rai Biagione era anche profondo conoscitore, valido 'timoniere' e sicuro punto di riferimento, tanto che, al di là delle molte critiche che gli arrivarono in quegli anni ('boiardo di Stato' ecc.), riuscì a tener testa con vigore all'arrembante Fininvest. Forse anche perché la Rai lui l'amava davvero molto.
La crisi della Dc nel 1990 e il crollo di De Mita non hanno intaccato più di tanto il potere di Agnes, che andò a guidare la Stet. Ma la sua fine fu anticipata dalla caduta della Prima Repubblica e fu ufficialmente segnata nel 1997, quando Prodi gli chiese di farsi da parte.
L'ultima volta che è stato fatto il nome di Biagio Agnes per ricoprire un incarico di rilievo fu nel 2005 quando qualcuno lo vedeva come successore di Enzo Cheli all'Autorità delle Comunicazioni. Ma gli fu preferito il più giovane (Agnes aveva già 76 anni) Corrado Calabrò.