La scomparsa di Cino Tortorella

Felice Tortorella, noto a tutti come Cino, è morto il 23 marzo a Milano, all’età di 89 anni. La sua scomparsa ha fatto piombare improvvisamente molte persone parecchi anni indietro nel tempo, visto che un po’ dappertutto è stato inevitabilmente rievocato il famoso Mago Zurlì, quel mago in calzamaglia e con i capelli luccicanti di polvere magica che aveva inesorabilmente colpito l’immaginario di tanti bambini, specialmente negli anni ’60. Quella figura fiabesca, nata in teatro e poi portata in Rai da Umberto Eco, si legò presto a filo doppio con lo Zecchino d’Oro che Mago Zurlì - Cino Tortorella curava e conduceva, con i suoi bravissimi bambini canterini, con quell’Antoniano di Bologna da cui andava in onda, con i suoi frati, con Mariele Ventre, con il mastro Bussoli, con Topo Gigio, con Peppino Mazzullo-Richetto, che divertiva tutti.

Cino aveva un rapporto molto ambivalente con quella figura di Mago, che gli aveva dato un successo e una notorietà ‘clamorosi’, la amava tanto (come lo stesso ‘Zecchino’, di cui rivendicava con forza l’invenzione, al punto da pensare a iniziative giudiziarie per averne il riconoscimento) ma se ne sentiva al tempo stesso prigioniero, come se fosse una gabbia che gli impediva di mostrare i molti altri lati della sua poliedrica personalità. Non a caso aveva scelto di smettere di presentare lo Zecchino come Mago Zurlì già nel lontano 1972 ma conducendolo come Cino Tortorella faticava un po’ a ‘farsi accettare’, perché spesso scattava - inesorabile - l’identificazione con il Mago, che talora  sembrava infastidirlo.

Cino in realtà è stato protagonista assoluto dello ‘Zecchino d’Oro’ per una vita, ha tagliato primati su primati, rimanendo in campo dal 1959 fino al 2008, per poi rilasciare dichiarazioni molto polemiche verso la nuova conduzione dell’Antoniano, verso la Rai, verso gli stessi nuovi frati succeduti al ‘mitico’ padre Berardo.

Cino era così: amava alla follia quella ‘sua’ manifestazione ma al tempo stesso non voleva esserne schiavo, perché sapeva fare tante altre cose. Per rimanere nel campo televisivo e nelle trasmissioni per ragazzi della Rai, era stato fra l’altro autore e regista di 'Chissà chi lo sa', altro programma ‘epocale’ degli anni ’60 con Febo Conti, che metteva in gara gli studenti delle scuole italiane. E c’era un paradosso anche qui: tutti all’epoca conoscevano Conti che conduceva, non molti sapevano che dietro c’era la mano di Cino.

Che con la Tv ci sapeva proprio fare, al punto da sentirsi stretto nel ruolo (pur amatissimo, come detto) di ‘re delle trasmissioni per ragazzi’: da qui la voglia, comune a diversi altri ‘big della Tv’ dell’epoca, di sperimentare qualcosa di diverso e di più ‘libero’. Fu qui che Cino Tortorella fece con Enzo Tortora, Renzo Villa, Ric e Gian, Ettore Andenna, la stessa Maria Perego di Topo Gigio, Lucio Flauto, Teo Teocoli e Massimo Boldi e tanti altri la ‘magnifica storia’ della ‘favolosa’ Antenna 3, delle sue grandi produzioni, che in Lombardia spopolavano. Show irriverenti e anche un po’spregiudicati, anche se Cino si occupava non solo di quelli ma anche di 'Telebigino’, una trasmissione pomeridiana di tre ore condotta da Roberto Vecchioni che aiutava gli studenti alle prese con i compiti a casa.

Fece anche molte altre cose Cino in quegli anni ‘ruggenti’, collaborando con Fininvest, Italia 1, Euro Tv, Elefante e con Beppe Grillo e Antonio Ricci per ‘Il Grillo parlante’. E poi amava non solo il mondo dello spettacolo ma anche il giornalismo e l’editoria in genere, mentre l’enogastronomia era una vera passione.

Si era poi occupato in anni più recenti di altre Tv locali, di dimensioni minori, cercando forse nuovi stimoli che la Tv sempre più commerciale e standardizzata non gli offriva più. Non aveva avuto molta fortuna, per la verità, come se l’essere stato un personaggio così ‘mitico’ per molti anni gli impedisse di avere una ‘maturità’ professionale e umana altrettanto felice. Per questo non di rado rilasciava dichiarazioni abbastanza dure e sembrava spesso un po’ amareggiato.

Ecco che allora nel 2010 il glorioso passato si è ripresentato, con la fondazione dell’associazione 'Gli amici di Mago Zurlì', che aveva lo scopo di proseguire la sua opera a favore dei bambini e di creare un osservatorio per il rispetto dei diritti dell'infanzia. Nel 2013 invece ha condotto su Videocalabria nientemeno che ‘Mago Zurlì e i 44 gatti’, format pensato per i piccoli talenti.

 

Ed eccoci così a chiudere questo ricordo di Cino ricominciando da capo, tornando con la memoria a quegli anni favolosi che sono stati rievocati per un giorno da tutti i Tg, a quella Tv in bianco e nero che davvero ‘univa’ tutta Italia, che piaceva tanto, che tutti facevano con cura e con amore. E che oggi - a noi telespettatori di una certa età - manca davvero tanto.

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