È stato un week-end di lutti quello appena trascorso. Alla morte di Pietro Calabrese in Italia nel capo del giornalismo e a quella di Claude Chabrol in Francia in quello del cinema si è accompagnato un lutto ‘televisivo’, quello relativo a Claudia Vinciguerra.
È morta domenica mattina all'ospedale San Carlo di Nancy, dove era ricoverata, Claudia Vinciguerra, giornalista ma ormai da tempo anche personaggio televisivo, diventato famoso per il grande pubblico per l'imitazione fattane da Teo Teocoli.
Nata a Napoli nel 1923, critico cinematografico e poi critico televisivo, è stata giornalista in particolare de 'Il Giorno' e poi è approdata a RaiDue dove è diventata famosa per la sua presenza a "Mattino in famiglia". È stata proprio la Televisione a fare della Vinciguerra un (definitivo) personaggio mediatico.
A "Mattino in famiglia" esaminava (come ha fatto a lungo sulla carta stampata) i programmi televisivi della settimana appena trascorsa per farne la critica e a volte si lasciava andare a gaffes divertentissime e quasi impossibili che, oltre agli spettatori a casa, facevano ridere anche i conduttori del programma (chi non ricorda un Tiberio Timperi in crisi che non riusciva più ad andare avanti nella conduzione a causa delle risate?).
La accompagnava spesso Gianni Ippoliti, con il quale formava una gran bella e spassosa coppia.
È stato proprio in una di queste situazione che Teocoli l'ha notata e l'ha "presa" come personaggio, mettendone in evidenza i difetti e gli eccessi, soprattutto quella risata insolita e fragorosa ma “così scenica”. Ma la Vinciguerra, che conosceva bene il gioco, non si è mai offesa o impermalosita per le caricature del comico milanese. «Sono davvero così - aveva dettto una volta a proposito dell'imitazione di Teocoli - , sono identica. Mi ha studiato bene anche nei dettagli. È molto bravo quando imita la mia tosse, la risata fragorosa, la pettinatura».
Ma la personalità di Claudia era assai più complessa di quel che può apparire da queste brevi note 'di colore'. La Vinciguerra, era appunto nata a Napoli il 2 gennaio 1923 ma da anni era residente nella Capitale, al quartiere Boccea.
Aveva un curriculum da giornalista di primo piano e vantava un'amicizia familiare con Benedetto Croce. Claudia era figlia di Mario Vinciguerra, “noto sovversivo”, come veniva definito in tutte le informative di Polizia del Ventennio, un intellettuale antifascista che ha pagato con la galera il suo dissenso politico.
Appassionatasi alla Televisione, era una presenza fissa a ogni conferenza stampa della Rai (e non solo) e lì non mancava mai di fare domande, di incalzare i protagonisti, di esprimere le sue opinioni e preferenze (spesso condivisibili) con la sua straordinaria verve 'romana' e con la sua inconfondibile presenza fisica (piccola, rotonda, amava molto il cibo e si capiva subito appena si passava al buffet).
Claudia era però soprattutto sincera, 'verace', mai cattiva, ma anche irresistibilmente comica nei suoi siparietti e nelle sue 'uscite' e lo sapevamo bene noi, 'seri professionisti' della carta stampata senza particolari qualità sceniche, quelle in cui invece lei eccelleva. Non si poteva non notarla e la Rai alla fine capì che poteva passare davvero dall'altra parte e diventare una presenza fissa (per quanto limitata nel tempo e nello spazio) anche di fronte alle telecamere.
Era iniziata così la sua carriera in Tv, tardi per una donna, ma lei era quanto mai efficace nelle sue battute e nelle sue opinioni, nel vivacissimo modo di esprimerle. Ma erano opinioni sempre interessanti, non superficiali e non prive di finezza. Quella finezza che il suo modo 'popolare' di comunicarle sembrava negarle di fronte al pubblico della Tv.
Ma lei era anche altro, molto di più di una presenza comica in Televisione e tutti noi che di Tv scriviamo da tanti anni lo sapevamo bene.
Con Claudia scompare un altro pezzo della 'cara vecchia Rai'.