La scomparsa di Emanuele Pirella

Ha colpito molto la morte, a 70 anni, di Emanuele Pirella, pubblicitario sì, ma anche grande uomo di comunicazione a tutto tondo. Un commosso omaggio della sua Scuola.

Vediamo come la stessa Scuola di Emanuele Pirella ha voluto ricordare il suo fondatore:

«La parola “pubblicitario” è qualcosa di estremamente riduttivo per definire Emanuele Pirella, scomparso a Milano all'età di 70 anni.
Emanuele ha certamente creato campagne di successo, diventate veri e propri fenomeni di costume. Ha fondato anche alcune agenzie di successo, come l'Italia/BBDO, la Pirella Goettsche Lowe, La Scuola di Emanuele Pirella.
Il suo tratto più evidente è stato però quello di aver saputo mescolare in modo originale professione e cultura, portando nella pubblicità uno sguardo ironico e intelligente e rendendo così questo mestiere più amato e anche molto più rispettato da tutti.
“Vado a lavorare da Pirella” è stata negli anni una frase che giovani pubblicitari hanno più volte detto con orgoglio ai propri colleghi, come a rivendicare il privilegio di far parte di un gruppo scelto. Questi giovani, diventati con il tempo un po' meno giovani, hanno poi portato in altre agenzie uno stile riconoscibile, asciutto e insieme sorridente com'era Emanuele.
A farcelo ricordare ci sono naturalmente anche tutte le sue pagine di satira politica, realizzate in collaborazione con Tullio Pericoli, così come le innumerevoli recensioni televisive: un lavoro che ebbe come riconoscimento il Premio Flaiano, vinto nel 2000. 
Flaiano, insieme a Gadda e molti altri autori italiani e stranieri, entrava nelle conversazioni che Emanuele aveva volentieri con i suoi creativi più giovani, in apparenza facendo dimenticare a tutti, per un attimo, la campagna che era in quel momento in lavorazione, ma in realtà ritornandoci poi per sentieri inaspettati, passando magari per l'ultimo film visto o per l'ultima partita dell'amatissima Inter.
Per chi l'ha conosciuto, per chi ci ha lavorato a stretto contatto per anni o anche solo per un breve periodo della sua vita, Emanuele Pirella resterà un punto fermo. Come il famoso “punto Pirella”, che doveva chiudere per forza anche il più breve dei titoli creati dall'agenzia. Altrimenti, raramente, si arrabbiava.
Ciao, Emanuele».

Come ha scritto repubblica.it, «come direttore creativo dell'Agenzia Italia/BBDO, fondata nel 1971 con Michele Göttsche e Gianni Muccini, Pirella ideò alcune delle campagne più note e aggressive degli anni Settanta, dai "Jesus Jeans" ("Non avrai altro jeans all'infuori di me. Chi mi ama mi segua") al tormentone di "Nuovo? No! Lavato con Perlana". Nel 1981 fondò, sempre con Michele Göttsche, la Pirella Göttsche, diventata poi Lowe Pirella Fronzoni. Si devono a lui, tra le molte idee, il celebre slogan "O così o Pomì" e campagne innovative come quella con il veterinario dell'amaro Montenegro e dei tortellini sponsorizzati da Giovanni Rana in persona: il padrone dell'azienda che diventa protagonista dello spot veicolando con il suo volto un forte messaggio di fiducia e vicinanza al marchio.
Con la sua agenzia ha ricevuto numerosi "Leoni" al Festival di Cannes: di Bronzo nel 1997, d'Oro nel 1998, poi Bronzo nel 1999, Argento nel 2000 e ancora Bronzo nel 2002.
Come autore di satira, in collaborazione con Tullio Pericoli, ha lavorato, oltre che per 'La Repubblica', per 'L'Espresso', 'Linus' e il 'Corriere della sera'. Si occupò anche di una campagna per 'Panorama': un'idea che lui stesso definì "open", in cui si lasciava che i viaggiatori completassero dei manifesti affissi in metropolitana. Per 'L'Espresso' ha curato la rubrica di recensioni televisive vincendo nel 2000 il Premio Flaiano».

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