Lunedì nella sua casa bolognese è venuto a mancare Giustino Durano, uno di quei personaggi che hanno accompagnato diverse generazioni di italiani dal Teatro al Cinema, alla Radio, alla Televisione e persino al Circo.
Nel 1998 aveva ricevuto il Nastro d'Argento per la sua splendida interpretazione ne "La vita è bella" di Roberto Benigni. In questi giorni
avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Autolico (poi assunto da Virgilio Zernitz) nel "Racconto d'inverno" di Shakespeare, con la regia di
Guicciardini.
Era ricoverato per un male incurabile da circa quindici giorni in una clinica privata, dove è stato assistito dalla figlia, Olga (ormai nota, a sua volta, nel mondo dello spettacolo brillante), che vive nel capoluogo emiliano.
L'attore si era sentito male mentre si trovava in Sicilia per una tournée. "Un grandissimo attore, poliedrico e di altissimo livello" - lo ha ricordato Dario Fo, che con lui e Franco Parenti aveva formato un trio molto noto che, formatosi in Radio, era poi approdato al Piccolo Teatro di Paolo Grassi.
Polivalente uomo di teatro a tutto tondo, capace di passare con disinvoltura e un'innata classe dalla rivista all'avanspettacolo ai "mostri
sacri della regia" come Strehler e Chereau, Durano aveva anche interpretato parecchi film ed era stato un volto noto del piccolo schermo
soprattutto negli anni '60 e '70, agli inizi dell'era della Tv in Italia.