La scomparsa di Lelio Luttazzi

Musicista, compositore, persino cantante, direttore d’orchestra, grande presentatore Tv, attore, showman. Lelio Luttazzi, morto nella sua Trieste, è stato un ‘grande’ dell’epoca d’oro del varietà Tv. E resterà nella storia per la famosa ‘Hit parade’ radiofonica.

Vediamo il ricordo di www.repubblica.it:

«Il maestro e compositore Lelio Luttazzi è morto nella sua casa, a Trieste.
Lo si è appreso dal suo amico e agente, Roberto Podio, portavoce della famiglia. Aveva 87 anni…
Da circa due anni si era trasferito a Trieste, sua città natale, dove viveva a ridosso della storica piazza dell'Unità d'Italia. Le sue condizioni di salute sono diventate precarie circa tre mesi fa a causa di una neuropatia periferica, peggiorata nelle ultime settimane. La città di Trieste - ha reso noto il sindaco, Roberto Dipiazza - l'onorerà allestendo la camera ardente nella sala del Consiglio Comunale. "E' morto un grande artista, un grande triestino", ha commentato Dipiazza.

Il maestro era tornato in televisione, a Sanremo, lo scorso anno e quando Arisa ricevette sul palco
dell'Ariston il premio nella sezione Nuove Proposte al Festival di Sanremo 2009, la prima cosa che fece, in diretta su RaiUno, fu ringraziarlo. Il musicista aveva accettato di accompagnarla al pianoforte in una deliziosa versione swing di quello che sarebbe poi divenuto un tormentone, "Sincerità". Qualche giorno prima era stato lui a ricevere il Premio alla musica 2009 al Casinò di Sanremo: un omaggio a un grande personaggio che ha attraversato in punta di piedi la storia della musica e dello spettacolo italiano. Quello al festival era stato un graditissimo ritorno in tv per l'artista triestino classe 1923 che, alla vigilia della sua attesa esibizione, aveva ironicamente confessato: "Non capisco perchè mi abbiano proposto di partecipare. Ma hanno così insistito che mi sono detto 'ci sarà un motivo'. Pigro di natura, aveva ammesso di non voler progetti per il futuro che lo mettessero in ansia: "Nella mia carriera avrei potuto fare molte più cose. A me non piace alzarmi dal letto la mattina".
Mezzo secolo prima il piccolo schermo era stato il suo habitat, dove aveva dato prova di muoversi con molta classe e disinvoltura: brillante conduttore televisivo, aveva presentato programmi rimasti nella storia della Tv italiana: da Ieri e Oggi a Studio 1 (soprattutto; Ndr.), al fianco di Mina, che canta la sua 'Legata ad uno scoglio'; da Musica Insieme a Sentimentale, da Il Signore di mezza età a Teatro 10, da Il Paroliere a Doppia coppia con Sylvie Vartan. Un gioiellino il duetto tra i due sulle note di 'Chi mai sei tu', con la Vartan seduta sul pianoforte, oppure in 'Il tipo ideale'.
Per non parlare delle tante partecipazioni agli spot per Carosello, insieme a star dell'epoca come Gorni Kramer.
Anche se in realtà, a lanciarlo era stato un programma radiofonico, 'Hit Parade', una vetrina settimanale dei dischi più venduti, andata in onda ininterrottamente per 10 anni dal 1966 al 1976. Luttazzi amava la radio, dove già aveva lavorato tra il 1954 e il 1956 nel quiz 'Il motivo in maschera', presentato da un giovane Mike Bongiorno.

Poi la brutta avventura nel 1970, quando fu accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti e poi arrestato, insieme a Walter Chiari. Un momento che fu un vero e proprio spartiacque nella sua carriera. Nonostante fosse stato subito totalmente scagionato, da allora lavorò saltuariamente, preferendo alla fine ritirarsi a vita privata. Fino al 2000, quando tornò ad essere ospite in varie trasmissioni radiofoniche e televisive.
A volerlo come ospite d'onore, nel 2006, è stato Fiorello a Viva Radio2, programma che andava in onda contemporaneamente sia alla radio che alla televisione. Fiore lo inviterà, sempre a 'Viva Radio2', due anni dopo. Tra le sue rare apparizioni televisive, da Fabio Fazio a 'Che tempo che fa' su Raitre e, nel 2008, al 'Maurizio Costanzo', dove Luttazzi suonò 'Ritorno a Trieste', la città dove è voluto tornare per trascorrere insieme all'amata moglie Rossana la fine della sua esistenza».

Un uomo di classe, nella sua innata modestia e pigrizia, Luttazzi, un musicista vero (amante del jazz e dello swing) che faceva tutto - e faceva tanto - senza mai alzare la voce, senza volersi mettere mai (anche quando c'era davvero) al centro della scena. E infine un triestino vero, che amava questa città italiana così particolare, al confine per definizione di tante culture, storie, situazioni e anche razze, una città però anche colta, disincantata, interessante, viva, pur avendo una popolazione molto anziana.
Ci piace ricordarlo non solo per quando era in scena con Mina o per quando intonava quasi ironico e distaccato (nell'apparente 'adesione' al ritmo giovanile) il grido 'HIIIT PARADEEEE!' ma semmai per quella sua splendida canzone sul 'can de Trieste', una bestiola diversa dalle altre perché “solo davanti a un fiasco de vin quel fiol de un can fa le feste” (ci scusino i triestini per la grafia). Altro che droga!

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