La scomparsa di Roberto Raspani Dandolo

Era una voce storica dell’etere radiofonico romano, con esperienze in Rai e private.

A causa di seri problemi respiratori è morto a Roma Roberto Raspani Dandolo. Romano, figlio della grande attrice di prosa Giusi Raspani Dandolo, Roberto aveva iniziato giovanissimo a scrivere musiche per la Televisione e il teatro e aveva lavorato come pianista al fianco di Romano Mussolini.
Dopo avere frequentato l'Università, Raspani Dandolo aveva esordito in Radio con una rubrica dedicata alla musica da film in onda su Radio Onda 101, emittente nata nel 1975 da un un'idea del musicista Francesco Verdinelli.

Nel 1979 Roberto passò in Rai come conduttore della trasmissione 'Spazio X', inizialmente solo estiva, che vedeva nove conduttori alternarsi dalle 17.55 alle 23.30, in diversi spazi, tre alla volta ogni giorno, con un criterio di trasmissione molto simile a quello delle Radio private. Del gruppo facevano parte Massimo Catalano, Diego Cugia, Augusto Sciarra, Alessandro Blasetti (discografico, nipote del regista), Laura Putti (ora giornalista musicale di 'Repubblica').

Ma Roberto alternò in Rai l'esperienza da conduttore a quella di regista, sia di prosa che di trasmissioni importanti come 'Voi ed io', 'Io stanotte stamane' e 'I giorni di RadioDue'. Passato a Radio Dimensione Suono prima che questa emittente diventasse un network, Raspani Dandolo successivamente lavorò a Dimensione Suono Due, la Radio locale soft, o “antistress”, in cui trasmetteva la mattina dalle 6 alle 9, accompagnando i romani che andavano al lavoro. La sua voce è stata paragonata a quella di Branko.

Il collega Davide Camera così lo ricorda: “Roberto era una fucina di aneddoti riguardanti la storia della Rai, non aveva mai lasciato il microfono, ma negli ultimi anni la sua attività radiofonica si era resa più marginale rispetto a quella teatrale. Lo si poteva talvolta incontrare in un bar in Piazza Strozzi mentre sorseggiava il suo tè verde.

Così invece lo ricorda Rosaria Renna: “Era un grande professionista, un uomo di cultura, elegante, sempre pronto all'ironia. Oltre alla sua grande professionalità, ricordo la sua gentilezza ed educazione, doti che in un mondo maleducato e presuntuoso non mi sembrano qualità trascurabili. Credo mancherà a tutti, colleghi ed ascoltatori”.

Così lo ricorda invece Luca Lazzari, altro suo collega: “Di lui mi resteranno le nostre chiacchierate al baretto di piazza Strozzi, dietro la sede della Radio, a bere un caffè, si chiacchierava di tutto... Una persona speciale, sono stato fortunato a conoscerlo”.

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