La scomparsa di Sandra Mondaini

Oggi la ‘fatale’ notizia, in qualche modo purtroppo ‘attesa’ dopo la scomparsa di Raimondo Vianello, pochi mesi fa. La compagna di una vita, Sandra Mondaini esce di scena a sua volta e si riunisce a lui, in una coppia ‘inseparabile’, nella vita e nello spettacolo.

Quando muore un personaggio come Sandra Mondaini non si sa da che parte iniziare. Forse da quello che per lei molti hanno definito l'inizio della fine. L'immagine di una donna anziana e malata, distrutta dal dolore per la perdita di quello che era più di un compagno di vita, il suo Raimondo Vianello, cinque mesi fa, è forse la prima che viene in mente. E proprio cinque mesi fa, quando scomparve Vianello, molti pensavano che senza la sua metà di una vita Sandra non avrebbe resistito ancora molto.

La Mondaini è morta infatti questa mattina, a 79 anni, poco prima delle 13 all'Ospedale San Raffaele dove era ricoverata da dieci giorni. Una bufala sulla sua morte era già circolata lo scorso luglio su Facebook, seminando il panico tra le sue migliaia di fans. Fans che appartengono a tre generazioni, perché la storia professionale della Mondaini nasce con la Rai che la scrittura come generica fissa nel 1953. E qui l'immagine di quella donna oppressa dal dolore, sulla sedia a rotelle, dietro alla bara di Vianello, svanisce, per confondersi con quella della comica, perfettamente a suo agio nel teatrino domestico creato con Raimondo in programmi come “Studio Uno” (1965), “Il tappabuchi” (1967), “Su e giù” (1968), “Tante scuse” (1974), “Noi… no” o ancora “Niente di nuovo” (1981). A “Domenica In” (1978-79) propone il pagliaccio Sbirulino, personaggio molto amato dai bambini ma forse il meno indovinato per un'artista della sua portata.

La storia della Mondaini nasce in teatro, dove inizia a recitare su invito di Marcello Marchesi e come soubrette, con l'esperienza nella compagnia di Macario, che la vede affermarsi come primadonna nell'era d'oro della rivista italiana. Perché, guardando le immagini custodite nelle Teche Rai dei suoi primi spettacoli, la Mondaini era una donna splendida, con uno sguardo magnetico (soprattutto quando fulminava Vianello con gli occhi dopo le sue boutade), affascinante e ironica.

L'incontro con Raimondo Vianello, che sposerà nel 1962, avviene nel 1959 sulla scena di Madama Butterfly. Dopo gli anni in Rai nel 1982, insieme al marito, passa a Fininvest con numerosi varietà (“Attenti a noi due”, “Zig Zag o “Sandra e Raimondo show”). Proprio su Mediaset la copia è interprete di una delle sit-com più seguite, “Casa Vianello”, e poi “Cascina Vianello”, dove i Vianello interpretano la moglie annoiata e l'uomo di una certa età che fa sempre il galletto con le vicine. Una coppia che si pizzica amabilmente e di continuo sulla scena, con buon gusto, garbo ed una fine ironia, tanto da rende difficile capire dove la recitazione lascia il posto alla realtà. E quel “che barba che noia che noia che barba” che Sandra diceva sempre a chiusura di ogni puntata di “casa Vianello” diventerà una delle frasi più dette, seppur scherzosamente, dalle mogli ai mariti noiosi.

Ma allo stesso tempo, quella frase rivela tra le righe una malattia che da tempo aveva colpito la Mondaini, quella depressione che si era acuita dopo la scoperta di un tumore (fortunatamente guarito) e che sicuramente non l'ha aiutata dopo la perdita di Raimondo. Perché è sempre stato impossibile pensare a Sandra senza Raimondo. Una coppia inscindibile, separata solo per cinque mesi, che ora è tornata ad essere unita.

Pubblica i tuoi commenti